Metalli preziosi/ L'oro non brilla più e i "guru" di Wall Street si leccano le ferite. Ma le banche centrali tornano ad accumularlo
Che succede all'oro? Da qualche tempo il metallo biondo "non ipnotizza più le folle" ma solo gli esperti, come nota anche il quotidiano francese Le Matin secondo cui avrebbe ormai perso quel fascino che aveva portato il metallo prezioso a rimanere vicino ai massimi storici tra l'agosto 2009 e l'agosto 2011, quando gli investitori lo consideravano l'ultimo "porto sicuro" contro un'ipotetica iperinflazione che avrebbe dovuto inevitabilmente seguire la pioggia di liquidità con cui le banche centrali stavano irrogando i mercati finanziari mondiali per evitarne il tracollo definitivo.
Così non è stato ed anzi le banche centrali hanno continuato a pompare liquidità: l'ultima in ordine di tempo è stata pochi giorni fa la Bank of Japan, decidendo di raddoppiare la base monetaria da qui al prossimo biennio, di fatto prendendo la staffetta dalla Federal Reserve statunitense e mentre la Bce, pur continuando a mantenere tassi sui minimi storici e condizioni ultra rilassate sui prestiti, sta registrando una graduale distruzione di base monetaria in conseguenza del rimborso anticipato delle operazioni di Ltro con le quali ha prestato soldi, a tre anni all'1% annuo, alle maggiori banche europee (le migliori delle quali riescono ormai a rifinanziarsi sul mercato a tassi ancora inferiori e per questo rimborsano parte dei prestiti ricevuti).
Così l'oro ha iniziato a perdere parte del suo fascino e da fine 2011 a mercoledì scorso aveva visto calare del 17% le proprie quotazioni (che anche stamane si mantengono sui 1555-1565 dollari l'oncia sul mercato di Londra, rispetto ai 1895 dollari l'oncia toccati il 5 e il 6 settembre 2011). A soffrire più che i piccoli investitori sembrano essere stati stavolta i grandi guru di Wall Street e dintorni. George Soros, un tempo molto fiducioso sull'oro, ha liquidato le proprie posizioni nell'ultimo trimestre dello scorso anno e adesso va dichiarando che il metallo biondo non è più un "paradiso sicuro" visto che gli investitori hanno iniziato a venderlo già dal luglio dello scorso anno, quando l'euro sembrava sul punto di andare in frantumi.
John Paulson, altro celebre gestore americano, le posizioni le ha invece mantenute, ma sul suo fondo da 900 milioni di dollari ha già subito perdite pari al 25% dai massimi ed ha smesso di rilasciare dichiarazioni sulle prospettive future dei metalli preziosi. Chi continua a scommettere sull'oro è Peter Schiff gestore di Euro Pacific Capital che si dice convinto che l'oro arriverà a costare 5 mila dollari l'oncia nel giro di alcuni anni, oppure Kyle Bas, gestore divenuto celebre per aver scommesso nel 2007, vincendo una fortuna, contro i mutui subprime statunitensi.