Crisi? non per gli orologi di lusso: vola l'export
La crisi non ferma il mercato del lusso. Lo conferma l'andamento delle vendite degli orologi di pregio, che non ha subito alcuna battuta d'arresto. Anzi. Nel settembre scorso, l'export di orologi svizzeri è aumentato dell'8,5% a 1,9 miliardi di franchi. Lo confermano i dati della Federazione dell'industria orologiera svizzera (FH).
La tendenza positiva non si limita al mese di settembre ma è confermata dai dati relativi ai primi nove mesi dell'anno. Da gennaio a settembre, l'incremento delle esportazioni è stato dell'1,9% a 15,65 miliardi.
In settembre solo gli orologi di prezzo inferiore ai 200 franchi hanno registrato una flessione (-12,7% in numero di pezzi esportati). L'incremento maggiore è stato invece ottenuto dai prodotti della categoria 200-500 franchi: +20%. Sotto i 500 franchi, il valore degli orologi venduti è cresciuto dell'8,8%, pari a un incremento del 7,3% di pezzi esportati.
Per quanto riguarda il valore, gli orologi in acciaio, platino e oro hanno contribuito sensibilmente alla crescita dell'export in settembre, con una progressione del 5% a 582,9 milioni per i pezzi in oro, del 94,2% a 63,8 milioni per gli orologi in platino e dell'8% a 719,6 per quelli in acciaio.
In flessione invece il totale dei pezzi esportati: -4,3% pari a poco più di 100 mila unità. Dall'inizio dell'anno, la Svizzera ha esportato un milione di orologi in meno rispetto all'esercizio 2012.
A livello di mercati, in settembre per gli Stati Uniti si è registrato un balzo del 17,4% a 207,3 milioni. Hong Kong, primo sbocco mondiale per gli orologi "made in Switzerland", l'incremento è stato del 10% a 366,9 milioni. In flessione la Cina (-3% a 126,5 milioni), mentre per il Giappone si è avuta una crescita del 9,2% a 111,1 milioni. In Europa, la Germania rimane il mercato di riferimento per gli orologi elvetici, con una progressione dell'8,7% a 114,1 milioni. Netto calo in Francia: -22,3% a 95,6 milioni.