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Economia


Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)


"La Corte Costituzionale ha deciso che la norma del governo Monti sulla mancata indicizzazione delle pensioni è incostituzionale. Ma non dice che bisogna pagare domani mattina tutto. Può darsi che la sentenza offra margini ma lo sapremo solo che nei prossimi giorni verificheremo le carte". Con queste parole Matteo Renzi conferma di fatto che non tutti i pensionati ai quali dal 2012 è stata negata la rivalutazione in base al costo della vita saranno risarciti al 100%. Ora è ufficiale quello che in molti avevano intuito. Il premier ha affermato che ha dovuto "rimangiarsi" il tesoretto, dopo la sentenza della Consulta, e che comunque i saldi resteranno invariati. E' chiaro che per il governo trovare 16 miliardi di euro in poche settimane senza sforare i parametri Ue e senza far scattare le clausole di salvaguardia (ovvero l'aumento dell'Iva dal primo gennaio 2016) sarebbe stata un'impresa impossibile.

Che cosa accadrà dunque? Secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di anticipare, al ministero dell'Economia circola una bozza di decreto legge che prevede il rimborso graduale e scaglionato nel tempo ai pensionati. In particolare si parla di una restituzione del 100% solo a chi percepisce fino a 2.000 euro al mese lordi. L'ammontare poi scende progressivamente: 75% fino a un assegno pari a 3.500 euro, 50% fino a 4.500 euro, 25% fino a 5.500 euro e nulla oltre questa cifra. In questo modo il governo pensa di ottemperare alla sentenza della Consulta ma di limitare i danni a 4-5 miliardi di euro. I calcoli non sono ancore definitivi e sembra che il rimborso venga suddiviso in tre o quattro tranche, di cui solo la prima nel 2015 (in autunno).

Attenzione, però, perché il tesoretto scoperto nel Def era di 1,6 miliardi di euro e il buco in questo modo resta comunque di 4-5 miliardi. Dove trovare quindi questi soldi visto che il premier ha annunciato che i saldi resteranno invariati? Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, l'ipotesi più probabile allo studio del governo prevede l'incremento delle imposte sui tabacchi, sul gioco d'azzardo, sui bolli e, dipenderà dai numeri, forse anche un ritocco verso l'alto delle accise sulla benzina. Misure inevitabili per scongiurare le clausole di salvaguardia e per evitare di sforare i parametri imposti dall'Unione europea.

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