Economia
Per le aziende siderurgiche il caro bollette è del 380% rispetto al 2021

Parla Giancarlo Buffo, amministratore delegato di Cisla Srl, azienda del Canavese che si occupa di stampaggio dell'acciaio
Intervista a Giancarlo Buffo, amministratore delegato di Cisla Srl, azienda che si occupa di diverse produzioni legate all'acciaio
"Gli incrementi (delle bollette, ndr) a parità di consumi sono del 380%, in termini aggregati i costi corrispondono ad un quarto del valore del prodotto". Bastano queste due cifre per far capire quanto l'incremento dei costi energetici rappresentino un problema per industrie energivore come quella dell'acciaio. E a lanciare il grido d'allarme è Giancarlo Buffo, amministratore delegato di Cisla Srl, azienda che si occupa di diverse produzioni legate all'acciaio.
Buffo, che incremento dei costi vi attendete?
Siamo difronte all’aumento dei costi di tutti i fattori produttivi con particolare riferimento alle materie prime, all’energia elettrica, ai costi collegati alla catena del valore che incidono pesantemente sui bilanci delle aziende manifatturiere del nostro Paese. Ma non solo, l’incremento dei tassi di interesse e la conseguente stretta creditizia, l’inflazione a due cifre, incidono sui piani di investimento, rallentando il ciclo economico. Ci sono tutte le caratteristiche di una “economia di guerra” con venti di recessione.
Quale sarà la prima domanda che farete al nuovo Governo?
Il nostro è un Paese a forte vocazione manifatturiera, il rischio è la perdita di competitività e la liquidazione di settori produttivi che caratterizzano le specificità e le professionalità maturate. Occorrono misure in grado di affrontare l’emergenza sul breve termine e politiche di medio termine che consentano al nostro Paese di essere meno dipendente sul tema energetico che è il primo fattore di competitività a livello internazionale. Si scelga un mix energetico che valorizzi le risorse presenti nel Paese, un piano di politica energetica a medio termine che avrebbe anche un effetto immediato di risposta alla speculazione in atto.
Ci sono settori chiave, elemento di successo del made in Italy, sui quali occorrono misure a tutela della governance. Superare la fase della bonus-economy e attuare progetti concreti di investimento e realizzazione non solo in campo energetico ma delle infrastrutture materiali e immateriali, avviare una stagione di riforme strutturali per rendere il sistema aderente alla velocità di cambiamento in atto, utilizzare i fondi del PNRR in modo da creare valore aggiunto partendo dalle comunità locali. Situazioni straordinarie richiedono soluzioni straordinarie. E’ evidente la debolezza dell’Europa e la necessità di rilanciarla con un nuovo modello di sviluppo che consenta a famiglie e imprese una nuova dimensione sociale che dal locale guardi ad orizzonti globali: Localismo Strategico.
Quanto impatta il costo energetico sulla vostra filiera?
Il nostro è un settore energivoro, la componente energia elettrica è uno dei principali fattori produttivi, gli incrementi a parità di consumi sono del 380%, in termini aggregati i costi corrispondono ad un quarto del valore del prodotto. Il mercato soprattutto a livello internazionale non ci consente una politica di prezzi capace di sostenere gli incrementi di costo; il rischio è quello di perdere competitività a vantaggio di altri cluster dove le politiche di sostegno o il costo della bolletta energetica non incide pesantemente sul ciclo produttivo. In Italia il nostro comparto realizza il 10% della produzione complessiva europea corrispondente al 3% di quella mondiale, un settore con numeri importanti al pari di tante altre realtà energivore del sistema produttivo italiano.
Il price-cap dinamico vi convince? E’ la soluzione giusta?
E’ una misura necessaria sul breve periodo per frenare la speculazione e tentare di stabilizzare il sistema dando certezze agli operatori sulla dinamica dei costi che oggi sono totalmente fuori controllo. La soluzione al problema si avrà quando il clima internazionale si allenterà, per questo ogni Paese deve attuare politiche di investimento nei settori strategici per ridurre la dipendenza specie sul tema energetico fattore chiave di sviluppo.