Economia
Petrolio, domanda ferma e produzione alle stelle: "Rischio eccesso di offerta, USA ai massimi storici"
Il prezzo del petrolio crolla dopo l'annuncio dell’OPEC+: cresce il timore di un eccesso d’offerta in un mercato già in affanno. L'analisi di ActivTrades

Petrolio in picchiata: l’OPEC+ spinge sull’acceleratore, ma il mercato frena
Il petrolio ha perso terreno, scivolando di oltre il 2% e attestandosi intorno ai 55,2 dollari al barile. A innescare il ribasso è stata la decisione dell’OPEC+, il cartello che riunisce i principali Paesi esportatori, di aumentare ancora una volta la produzione. Un tempismo che lascia perplessi soprattutto ora che la domanda mondiale stenta a riprendersi, complice il peso della guerra commerciale tra grandi potenze. A spiegare le dinamiche di questo scenario è Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades, intervistato da Affaritaliani.it.
"Si tratta del secondo mese consecutivo di aumento della produzione, per un totale di 411.000 barili al giorno", sottolinea Berlinzani. "Questo potrebbe riportare sul mercato fino a 2,2 milioni di barili al giorno entro novembre." Una decisione che sembra voler mettere alla prova la tenuta del sistema, eppure nessuno sembra voler invertire la rotta, per ora. "I leader del gruppo Opec+, ovvero Arabia Saudita e Russia, hanno confermato che i tagli volontari saranno mantenuti fino a settembre, ma poi inizierà un processo di rientro graduale", aggiunge l’analista.
"Se la domanda globale non si dovesse rafforzare nel secondo semestre 2025, il rischio è che il prezzo resti debole o addirittura continui a calare. Questo potrebbe spingere l’OPEC+ a rivedere nuovamente la strategia, specie se i bilanci pubblici dei Paesi produttori inizieranno a soffrire. Tecnicamente però non siamo lontani dai minimi del settembre 2019, posti in area 50 dollari." Il timore principale, insomma, è quello di ritrovarsi con troppo greggio e pochi compratori.
Un eccesso d’offerta che, se non bilanciato da un recupero della domanda, potrebbe far deragliare i piani dell’OPEC+. "Esiste un rischio eccesso di offerta, specie se consideriamo il fatto che gli Usa stanno estraendo e producendo come mai prima d'ora, ovvero oltre 13 milioni di barili al giorno. La domanda globale è in calo a causa delle tensioni commerciali, e le scorte sono in aumento.", precisa Berlinzani. Il cartello, intanto, sembra voler giocare d’anticipo, ma fino a quando potrà reggere questa linea? "La mossa dell’Opec+ è calcolata, sta testando di fatto la resilienza del mercato, cercando di mantenere prezzi accettabili con una produzione leggermente più alta. Tuttavia, se la domanda globale non accelera, questa strategia potrebbe ritorcersi contro, portando i prezzi ben sotto i livelli di equilibrio per molti membri del cartello.", conclude Berlinzani.