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Economia
Pnrr, Tria: "Italia al palo, serve concretezza e un nuovo accordo con l'Ue"
Giovanni Tria

Pnrr, Tria: "Accelerazione PNRR sbagliata, il piano non sia solo un elenco ma progetti cantierabili"

"Io sono sempre stato convinto che avremmo avuto delle difficoltà con il PNRR, ma non tanto perché siamo poco abili o siamo poco capaci. Certo c'era un'amministrazione che doveva essere un po' rivista. Se non si vogliono buttare via soldi ci vogliono dei progetti, i progetti devono essere fatti bene. Non il piano in cui si elencano obiettivi, ma avere progetti veri, cantierabili, e poi ci deve essere una capacità di realizzarli in tempi stretti. Io credo ci sarà un problema anche dal punto di vista del privato. Se noi vogliamo fare strade e ponti, per esempio, dobbiamo avere delle industrie edili in grado di farle e di farle in modo accelerato. Questa accelerazione è un accordo che io non ho mai condiviso con la Commissione Europea, è chiaro che noi dovevamo spendere i soldi, però bisogna spenderli bene".

"Nell'università c'è stato un ingresso di miliardi e miliardi dopo decenni in cui non era stato messo denaro per la ricerca", continua Tria. "Improvvisamente mi domando ma ci sono tanti ricercatori progetti adeguati da sorbire 10, 18 miliardi di euro, quando per vent'anni non si è messo nulla per le università? Ecco io credo che queste cose non funzionino".

Pnrr, Tria: "Ci vorranno accordi con la Commis"ìsione per non buttare denaro"

“Se ce la faremo con il PNRR? Non lo so, penso che ci potranno essere degli accordi con la Commissione per dilazionare dei programmi per farli anche meglio, per non buttare denaro”.

“Avrei avuto delle perplessità a prendere sia la parte di contributi in prestito che a fondo perduto, perché le risorse l’Italia per fare interventi pubblici le aveva ma non riusciva a spenderli. Quindi non è che se ci fossero arrivati 100 miliardi saremmo stati capaci di spenderli bene e subito”, Tria ha poi aggiunto a Radio 24. 

“Oltretutto il mondo è cambiato da quando è stato firmato l’accordo del piano, c’è l’inflazione e molti settori sono surriscaldati con prezzi in crescita come per esempio tutta l’edilizia. Che significato ha, dal punto di vista economico, accelerare la spesa per rispettare degli accordi che io definisco ‘piano sovietico senza piano’ perché molto vago? La questione è buttare dentro domanda in settori che non ce la fanno perché i prezzi salgono. Non si governa così l’economia ma non è colpa solo dell’Italia ma anche della Commissione”.

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