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Economia
Poke e sushi amari per Goodeat Italia, il Covid azzoppa i conti di Nima
Crisi del sushi

Il concordato è stato chiesto perché come ha recentemente verbalizzato il consigliere e socio Salvatore Patanè la società “versa in stato di crisi, non disponendo di risorse sufficienti a pagare regolarmente i propri creditori”. Il ricorso per la procedura presentato al tribunale e scritto dagli avvocati dello studio Advant Nctm spiega che la crisi è iniziata con la pandemia durante la quale i punti vendita hanno potuto operare solo con la consegna a domicilio, cui si sono poi aggiunti i rincari dell’energia e delle materie prime e la minore propensione al consumo delle famiglie.

Goodeat Italia, il cui advisor finanziario è lo studio milanese La Croce, nel 2021 ha fatturato 11,4 milioni di euro e a febbraio dell’anno scorso ha emesso un minibond di 1,5 milioni, sottoscritto interamente da UniCredit, con la garanzia di Mediocredito Centrale, attraverso il Fondo di Garanzia per le Pmi, gestito per conto dell’allora Ministero dello Sviluppo Economico, oggi Mimit.

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