Portafoglio/ L'euro debole può consentirvi di diversificare gli investimenti e aumentare il rendimento atteso - Affaritaliani.it

Economia

Portafoglio/ L'euro debole può consentirvi di diversificare gli investimenti e aumentare il rendimento atteso

La Bce taglia i tassi, aumenta gli acquisti di titoli di debito pubblico (e, novità, anche di debito privato) e promette ulteriori iniezioni di liquidità a tassi pari a zero o anche negativi alle banche europee più "meritevoli", ossia che incrementeranno i finanziamenti all'economia reale. Una raffica di annunci, quella giunta giovedì al termine della riunione del board di Eurotower, che ha subito indebolito l'euro, passato dagli 1,1209 dollari a cui oscillava pochi minuti prima dell'annuncio a 1,116 a cui ha aperto venerdì mattina.

Una variazione inferiore al mezzo punto percentuale che però rende sempre più attraente, per gli investitori meno avvezzi al rischio, l'idea di tornare a investire in bond americani che già ora rendono più dei bond in euro di scadenza analoga e che potrebbero compensare l'eventuale cedimento delle quotazioni (cui corrisponderebbe un ulteriore rialzo dei rendimenti) dovuto al previsto ulteriore rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve.

Quest'ultima peraltro non sembra avere poi così fretta di agire e potrebbe far slittare a giugno il prossimo ritocco del costo del denaro negli Usa, visto che la crescita è dopo sette anni in fase di rallentamento, frenata tra l'altro da fattori strutturali come l'invecchiamento dei "baby boomer" e dal lento ingresso nel mondo del lavoro dei "millenial", cui ha accennato in una nota anche Standard&Poor's, e non si notano particolari pressioni inflazionistiche neppure al di là dell'Atlantico.

Sebbene le misure varate dalla Bce siano tali da poter generare un ulteriore (ultimo?) apprezzamento dei bond dell'area euro, con rendimenti che per i Bund potrebbero azzerarsi o scendere lievemente sotto lo zero sino alla scadenza decennale (che ora rende lo 0,35%), cosa che significherebbe un rendimento sui Btp a 10 anni in calo dall'1,45% attuale ad un 1% o poco più, diversificare appare opportuno, anche perché come detto l'euro che potrebbe sì tornare verso area 1,08-1,05 contro dollaro, ma dovrebbe andare oltre, perché la parità euro-dollaro non conviene a nessuno.

Per l'Eurozona sarebbe deleteria soprattutto per i costi di approvvigionamento, mentre creerebbe ulteriori indesiderate difficoltà alla crescita degli Stati Uniti, che a differenza che in Europa sembra per ora poter procedere sulle proprie gambe. Non solo: le politiche sempre più accomodanti della Bce, che ha già fatto capire che mentre la leva dei tassi è ormai quasi del tutto esaurita potrebbe restare spazio per ulteriori misure "non convenzionali" (come l'allungamento del quantitative easing al settembre 2017), potrebbero favorire un aumento della propensione al rischio nel breve-medio termine, con un maggior interesse da parte degli investitori per i bond a cedola elevata o dei paesi emergenti.