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Economia
Procedura Ue, accordo a un passo. Juncker e Conte provano a chiudere

L’accordo è a portata di mano. E i contatti fra il governo Conte e i tecnici della Commissione costanti per riuscire a portare da tre a cinque i miliardi recuperati in maniera strutturale (e non una-tantum) dall’Italia come chiede Bruxelles per chiudere i conti sul 2018 e il 2019 e stoppare, almeno per il momento la procedura d’infrazione.

conte juncker 5
 

In più, i maggiori azionisti dell’Ue, Germania e Francia, sono contrari a far scattare le sanzioni contro l’Italia. Scenario che darebbe argomenti per la rottura al populista Matteo Salvini che con l’Italia sotto procedura potrebbe terremotare, sotto i colpi dei mercati, tutta l’impianto comunitario.

Lo scrive la Stampa, secondo cui fonti sia a livello governativo sia a livello comunitario sono ottimiste e la parola finale al negoziato verrà messa al G20 di Osaka dal premier e da Jean Claude Juncker in persona. 

E, mentre sembra impegnato nei contatti fra le cancellerie anche il presidente della Bce Mario Draghi, pare che sia anche per questo che l’esecutivo italiano abbia rinviato a lunedì, proprio dopo il vertice dei Grandi l’assestamento di bilancio con la relazione tecnica da inviare al Parlamento sui risparmi di spesa (circa tre) dalle due misure principe del governo giallo-verde: reddito di cittadinanza e Quota 100. 

Tria moscovici ape 2
 

Gli 8 miliardi necessari a portare il deficit/Pil al 2% arriveranno oltre che dalle minori spese, anche dalla clausola di tagli alle spese ministeriali (clausola inserita nell’ultima legge di bilancio) e dalle maggiori entrate fiscali registrate in questi primi sei mesi che verranno fotografati dall’assestamento che ha il compito di rinfrescare il bilancio dello Stato.

Se la procedura verrà archiviata almeno per il momento, non è chiaro se Bruxelles metterà definitivamente il punto al dossier. Cioè se congelerà per il momento le sanzioni, rinviando la questione a ottobre quando l’Italia dovrà mettere nero su bianco la manovra per il prossimo anno, ex finanziaria impegnativa perché dovrà prevedere la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva (23,1 miliardi) e la flat tax (dai 12 ai 16 miliardi). E sulle coperture non c’è per niente visibilità. Quindi su deficit, debito e rispetto del Patto di stabilità. 

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