Giuseppe Conte fa sul serio. Il Reddito di cittadinanza è finito nelle ultime ore davanti al plotone di esecuzione. Questa volta, racconta oggi il Fatto, sembra che a volerci mettere mano sia direttamente il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. In realtà, più che cambiarne i connotati, pare che l’intenzione del premier sia iniziare a fare sul serio con le sanzioni per chi rifiuta offerte di lavoro, già previste dalle norme ma scarsamente applicate nella sostanza per la lentezza con cui si sono messi in moto i centri per l’impiego.
Quanto ai posti creati, scrive il Fatto, sappiamo che 196 mila percettori del reddito hanno firmato un contratto dopo aver iniziato a percepire l’assegno mensile. Cifra che va inserita nel contesto: il mercato del lavoro è stato piatto nella seconda parte del 2019 e – a causa del lockdown – dopo marzo è crollato, segnando a luglio quasi 500 mila occupati in meno rispetto al pre-Covid. I 200 mila assistiti dal Reddito che si sono attivati e sono riusciti a ritagliarsi qualche opportunità – sebbene quasi sempre precaria – non indicano che il sussidio sia un disincentivo al lavoro. A oggi non è chiaro, dunque, quanti di questi posti siano nati esclusivamente grazie ai centri per l’impiego e ai navigator e quanti no.
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