Rottura tra governo e Regioni. Più tasse o chiusura di ospedali
"Non c'è nessuna schiarita all'orizzonte. E nutro seri dubbi che si possa trovare un accordo con le Regioni in merito alla manovra economica varata dal governo". Con queste parole il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, interpellato da Affaritaliani.it, gela ogni ipotesi di intesa tra l'esecutivo e le Regioni nel dibattito in corso sui tagli agli enti locali previsti dalla Legge di Stabilità.
Secondo quanto risulta ad Affari, lo scontro sarebbe tutto sui costi standard. Le Regioni, in particolare le più virtuose, ovvero Lombardia e Veneto dei leghisti Maroni e Zaia, contestano il fatto che l'esecutivo non vorrebbe imporre alle altre Regioni l'applicazione dei cosiddetti costi standard e quindi il timore è che i tagli decisi dalla Legge di Stabilità possano essere lineare e colpire tutti indiscriminatamente.
Per il governo si tratta di una partita difficile e delicata. Dopo lo scontro aperto con i sindacati, Fiom-Cgil in particolare, un altro fronte aperto con gli enti locali (anche i Comuni sono sul piede di guerra) richierebbe di mettere in difficoltà il governo e la stessa manovra economica.
Ufficialmente i Governatori non lo dicono, per non scatenare la reazione dei cittadini, ma se le cose restassero così il pericolo serio è quello o di un aumento delle tasse regionali o di una riduzione dei servizi sanitari, con il rischio di chiusura per diversi ospedali.