Crescita, #renzicomeunacyclette. I mercati non fanno sconti

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
"Il governo Renzi deve darsi una mossa e fare prima di tutto riforme economiche importanti, perché il credito concesso da parte degli investitori dura per un po'. Non è per sempre. I mercati sono molto cinici. Stanno aspettando di capire se il Pil crescerà e, se lo farà, di quanto". Lo spiega ad Affaritaliani.it Giovanni Landi (nella foto a sinistra), fondatore di Anthilia Capital Partners, ex vicepresidente di Assogestioni con una lunga carriera nel gruppo Intesa-Sanpaolo. Per il gestore finanziario "il pericolo è il debito (siamo al 135%, dice) e la situazione rischia di sfuggire di mano". Ecco perché.
L'INTERVISTA
Per Larry Fink, amministratore delegato del fondo statunitense BlackRock, la più grande società di investimenti e asset management del mondo, in Europa da primavera, quando ha riscontrato grande entusiasmo per il nuovo governo italiano, il clima è peggiorato. Si è detto meno ottimista sul medio-periodo. Sta finendo la luna di miele dei mercati con il nuovo governo?
"Finalmente, il panorama politico è dominato da gente più vicina ai 40 anni che ai 50. Detto questo, l'esecutivo deve darsi una mossa e fare prima di tutto riforme economiche importanti, perché il credito concesso da parte degli investitori dura per un po'. Non è per sempre. I mercati sono molto cinici. Stanno aspettando di capire se il Pil crescerà e, se lo farà, di quanto".
Stando alle previsioni, si prospetta uno scenario negativo...
"Se non ci sarà crescita, ovviamente ci sarà poco di che rallegrarsi. Il pericolo è il debito. Se avremo una crescita di qualche decimo di punto, riusciremo a prendere tempo per avviare il percorso di riforme, sempre che poi la classe politica riesca a lavorare alacremente, altrimenti l'Italia avrà grossi problemi".

Il rapporto debito-Pil esploderebbe...
"Sì. Ora siamo al 135% del Pil. Rischia di sfuggire di mano, tornando nuovamente ad alimentare la sfiducia dei mercati. La Spagna è riuscita a rimettersi in moto e a crescere grazie alle riforme economiche, come l'Inghilterra. La Germania sta rallentando, ma è più un rallentamento fisiologio. Addirittura la Grecia si sta progressivamente stabilizzando. Solo Italia resta ferma. Ripeto: se ci sarà crescita ci sarà più tempo per affrontare le riforme economiche-istituzionali, altrimenti la crisi è dietro l'angolo".
Ora, però, in cima all'agenda c'è la riforma istituzionale del Senato. Che non riguarda l'economia...
"Se il clima si deteriorerà, bisognerà fare in fretta una riforma del mercato del lavoro e mettere in cantiere dei tagli di spesa sostanziosi, non formali e massacrati da dibattiti parlamentari".
Il Ceo di BlackRock ha suggerito a Renzi di essere più coraggioso...
"Gli americani hanno sempre una visione troppo deterministica e romantica della realtà italiana. Può essere così negli Usa, dove un presidente ha un potere quasi assoluto. Da noi, la semplice riforma di un ramo del Parlamento sta dimostrando che c'è una distanza tale fra la classe politica e il Paese reale che non è sufficiente il coraggio di un uomo di 40 anni, giovane e determinato, per risolvere le cose".

Insomma, dobbiamo sperare soltanto nella crescita, anche se le previsioni parlano di un Pil 2014 sotto lo 0,4%...
"Aspetterei a ragionare sui numeri. Con il suo +3%, al momento, gli Usa possono fare da traino per le esportazioni e la domanda di credito si sta riprendendo. Detto questo, se la crescita a fine anno sarà positiva, il governo riuscirà ad impedire che la barca, il Paese, vada a fondo. Altrimenti, al netto dei risparmi sulla spesa per interessi e degli interventi della Bce, Renzi dovrà mettere in cantiere una manovra correttiva che sarebbe devastante per l'economia".
Par di capire, dunque, che il rischio di scivolare in una spirale di sfiducia come quella dell'estate 2011 non è così remoto...
"Sì, siamo al 135%. Dobbiamo scongiurare il circolo vizioso assenza di crescita-aumento del debito".