Ryanair, dopo la trimestrale in rosso scatta la strategia EasyJet
Dopo i conti in rosso, Ryanair corre ai ripari. La compagnia irlandese ha infatti chiuso il terzo trimestre con una perdita di 35,2 milioni di euro, a causa del calo delle tariffe e della debolezza della sterlina. In crescita invece il traffico passeggeri, in rialzo del 6%, a 18,3 milioni.
Il vettore low cost ha però confermato le stime per l'anno, con un utile atteso di 510 milioni di euro. Solo che, a quanto pare, per sopravvivere potrebbe non bastare.
Michael O'Leary ha infatti aumentato le promozioni negli ultimi mesi, cosa che ha fatto aumetare il traffico, ma ha fortemente pesato sui profitti. Ora la società sembra un punto di svolta. Il suo modello dovrebbe essere parzialmente rivisto. Solo che, sin dalla nascità nel 1985, Ryanair ha sempre rifiutato di cambiare la ricetta del suo successo. Ricetta che consiste in un ingrediente principale, i prezzi bassi, accompagnato da aeroporti secondari, una flotta di 298 Boeing 737-800 e un servizio ridotto all'osso.
Il problema è però che nel corso degli anni anche la concorrenza si è adattata e prezzi convenienti si trovano ormai un po' ovunque. Ecco perché, secondo gli analisti, la compagnia irlandese deve cambiare sugli altri tre punti.
Il primo passo è stato fato qualche mese fa con l'introduzione di nuove regole che, dai bagagli al check in, fanno sentire i clienti più 'coccolati'.
Ora tocca, sempre stando agli esperti, emulare il più possibile la formula vincente di EsayJet, che nel novembre 2013 ha annunciato un utile netto di 478 milioni di sterline, in crescita del 50,9%, pur avendo aumentato i prezzi del 7%.
Come fare? Dopo aver introdotto anche l'imbarco prioritario a pagamento, a O'Leary non resta che una cosa: avvicinarsi il più possibile al centro città. E' ora, insomma, di abbandonare gli aeroporti secondari per cominciare ad atterrare in quelli principali. Certo, il cambio costa parecchio, ma Ryanair non sembra avere scelta.