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Economia
Spread giù con la recessione tedesca. Ma le Borse vanno ko. Milano -2,53%

Lo spread tra Btp e Bund chiude in calo a 216 punti, rispetto ai 220 dell'apertura. Il tasso del decennale arretra all'1,510%, mentre il tasso del biennale si avvicina a quota zero. A far scendere il differenziale e' la discesa record del rendimento del Bund decennale tedesco, che si attesta al minimo storico di -0,652%, sulla scia dei dati del Pil tedesco, che nel secondo trimestre si contrae dello 0,1% congiunturale, facendo crescere i timori di una recessione tecnica.

Borsa: timori per recessione Usa mandano ko l'Europa, Ftse Mib -2,5%

I timori per una possibile nuova recessione Usa, innescati dall'inversione della curva dei rendimenti dei titoli di Stato a 2 e 10 anni, hanno mandato ko le Borse europee, gia' appesantite dai deludenti dati macroeconomici arrivati dalla Cina e dalla Germania. Il rialzo della vigilia, sostenuto dal rinvio a dicembre da settembre di alcuni dazi Usa su prodotti cinesi, e' stato presto archiviato e a Piazza Affari il Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in calo del 2,53% appena sopra la soglia di 20mila punti. Negative anche le performance dei principali listini continentali: il Cac40 a Parigi ha perso il 2% e il Dax30 a Francoforte il 2,2%, quando anche Wall Street e' in forte ribasso (Dj -2%). Il rendimento del Treasury a 10 anni e' sceso sotto quello del titolo a due anni, provocando per la prima volta dal maggio 2007 la cosiddetta inversione della curva, un segnale preoccupante perche' negli ultimi 40 anni un fenomeno simile ha sempre preceduto una recessione. Un'altra parte della curva era gia' invertita, quella tra il rendimento decennale e quello del titolo a tre mesi, segnalando un 40% di chance di recessione nei prossimi 12 mesi, almeno secondo BlueBay Asset Management.

Intanto il rendimento del T-Bond a 30 anni e' sceso a un minimo storico e rischia di andare sotto il 2%. Sul fronte macro, invece, in mattinata era emerso che nel mese di luglio in Cina la produzione industriale e' cresciuta del 4,8%, il ritmo piu' basso degli ultimi 17 anni, e in Germania il Pil nel secondo trimestre 2019 e' sceso dello 0,1% sul trimestre precedente ed e' salito dello 0,4% su anno. Tornando alle Borse, Milano ha fatto peggio degli altri mercati europei perche' zavorrata dall'andamento delle banche, colpite da immediati realizzi dopo i progressi della vigilia. Nel comparto, hanno pagato di piu' le vendite Bper banca (-4,9%) e Banco Bpm (-3,9%). Il forte calo del greggio (-4,7% a 54,41 dollari al barile il Wti consegna settembre), sui timori di recessione e dopo dati sulle scorte Usa peggiori delle attese, ha indebolito titoli come Tenaris (-5,2%), che e' anche il gruppo italiano piu' esposto in Argentina, e Saipem (-4,6). In chiusura dei mercati europei, l'oro si attesta sopra i 1.500 dollari l'oncia, con un progresso di quasi un punto percentuale sulla vigilia. Sul fronte dei cambi, l'euro si e' indebolito sul dollaro e passa di mano a 1,1142 (1,1185 in avvio e 1,1186 ieri in chiusura). Stesso movimento sullo yen, il cambio con la divisa giapponese e' a 117,899 (118,92 e 118,01). Lo yen si e' rafforzato anche sul biglietto verde e il rapporto dollaro/yen e' a 105,826 (106,34 e 106,73).

 

Germania: Pil si contrae 0,1% nel secondo trimestre

L'economia della Germania ha subito una contrazione congiunturale dello 0,1% nel secondo trimestre, in linea con le attese e contro il +0,4% dei primi tre mesi. Lo rileva l'ufficio federale di statistica Destatis. Su base annuale destagionalizzata il Pil frena a +0,4%, dopo il +0,9% dei primi tre mesi, inferiore all'ettesa frenata a +0,1%. Ora il rischio di recessione per la prima economia del Vecchio Continente si fa più forte. Già nell'ultimo trimestre del 2018 il Pil tedesco aveva segnato -0,2%, per poi tornare positivo.

L'economia della Germania ha subito una contrazione congiunturale dello 0,1% nel secondo trimestre, in linea con le attese e contro il +0,4% dei primi tre mesi. Lo rileva l'ufficio federale di statistica Destatis. Su base annuale destagionalizzata il Pil frena a +0,4%, dopo il +0,9% dei primi tre mesi, inferiore all'ettesa frenata a +0,1%. Ora il rischio di recessione per la prima economia del Vecchio Continente si fa più forte. Già nell'ultimo trimestre del 2018 il Pil tedesco aveva segnato -0,2%, per poi tornare positivo.

Industria, Eurostat: crolla produzione Eurozona a giugno -1,6%

A giugno la produzione industriale dell'Eurozona è crollata dell'1,6% mentre nell'Ue a 28 è diminuita dell'1,5%. E' la stima di Eurostat che ricorda che a maggio la produzione industriale era aumentata dello 0,8% nell'area euro e dello 0,9% nell'Ue a 28. A livello tendenziale si è registrato un calo del 2,6% nell'area euro e dell'1,9% nell'Ue a 28.

Tra i paesi che, a livello congiunturale, hanno segnato i cali maggiori c'è l'Irlanda (-8,8%) la Danimarca (-7,6%) e il Portogallo (-4,5%). Male anche la Germania (-1,8%), la Francia (-2,2%). Limitano l'arretramento Italia e Spagna entrambe a -0,2% e Gran Bretagna -0,1%. Gli incrementi maggiori invece li hanno fatti registrare Lituania e Malta entrambi +1,8% e Lettonia +1,5%. Rispetto a giugno 2018 invece i cali maggiori della produzione industriale li ha registrati la Germania (-6,2%), Croazia e Portogallio (-5,6%). Male anche Italia e Gran Bretagna (-1,2%), Francia (-0,4%). I rialzi piu importanti sono stati quelli di Lettonia (+4,4%), Danimarca (+4,2%) e Ungheria (+4,1%). Bene anche la Spagna (+1,5%). 

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