Economia
Spread, Longo (IG Markets): "Va giù, solo ricoperture. Fuori pericolo con 230"
Venerdì il rendimento del Btp a cinque anni italiano ha superato quello il pari scadenza della Grecia, facendo emergere tutto il clima di sfiducia che sui mercati c’è nei confronti dell’Italia. Ieri, in apertura di contrattazioni, lo spread sul Bund si è impennato a 294 punti, differenziale che poi in chiusura ha terminato a 278 punti. E tutto ciò è avvenuto in un contesto di mercato in cui le tensioni commerciali Usa-Cina alimentano l’avversione al rischio che premia i beni rifugio, asset class a cui il Btp non appartiene. Come mai oggi lo spread è ulteriormente calato a 273 punti, nonostante il vicepremier Matteo Salvini voglia ridiscutere i parametri europei, sia in arrivo la procedura d’infrazione contro il nostro Paese per debito eccessivo e per la prossima manovra si profili un intervento di oltre 35 miliardi di euro? Forse la conferenza stampa di ieri sera del premier Giuseppe Conte ha riportato la fiducia fra gli investitori? Affaritaliani.it lo ha chiesto a Vincenzo Longo, market strategist di IG Markets.

“Ieri mattina dopo la convocazione della conferenza stampa da parte del presidente del Consiglio, il mercato ha interpretato la notizia come un evento in grado di sciogliere qualche dubbio e qualche riserva che c’erano ancora sul futuro governo. Così gli investitori ne hanno approfittato. A dire il vero, il recupero che c'è stato però sullo spread non è così forte in modo tale da consentire di dare un giudizio positivo sulla situazione. Il mercato sta semplicemente riprezzando un po’ le incertezze con le ricoperture delle posizioni corte che c’erano sull’Italia, azioni che fra ieri ed oggi hanno portato gli indici a recuperare in fretta. Nelle scorse sedute sui Btp c’erano state delle vendite un po’ troppo forzate e speculative, con il mercato che ieri e oggi si sta riprezzando”.

Crisi però superata sul secondario?
“No, non siamo passati dalla crisi al quadro più distensivo possibile. Dopo le dichiarazioni di Conte, è semplicemente scattata un’ottica di repricing, con gli investitori che hanno deciso di non speculare più come prima contro l’Italia dove le due forze politiche sembrano per il momento aver mollato il colpo. In queste fasi di mercato questi movimenti sono tipici”.
Cosa significano?
“In primis, che gli investitori credono che la turbolenza non sia passata, anzi è pronta a riattivarsi con vendite massicce sugli asset italiani. Anche perché si tratta di politica e la situazione può cambiare di ora in ora. Due, dopo le vendite della scorsa settimana, chi si era alleggerito di Btp ha deciso ora di ricomprarli per ricoprirsi un pochino. Si tratta, quindi, di fattori tecnici perlopiù guidati dalle indicazioni che sono arrivate ieri da Palazzo Chigi in un clima un po’ più disteso. Ma non siamo sicuramente ancora fuori pericolo”.

Anche perché lo spread Btp-Bund è ancora molto più alto di quello dei pari-durata degli altri Paesi come Spagna, Portogallo e Francia…
“Il mercato può mettere da parte le tensioni sui titoli di Stato italiani solo se torniamo sotto i 230 punti base di spread. Differenziale che è il livello sotto il quale non siamo più scesi da quando si è insediato questo governo. E’ questa la vera soglia che ci permette di dire che siamo temporaneamente fuori pericolo. Tutti i movimenti fra i 230 e i 290 punti di spread sono ancora speculativi, con qualche indicazione di prezzo”.
Se Luigi Di Maio e Matteo Salvini quindi, come sembra, sotterreranno l’ascia di guerra per mettersi nuovamente a lavorare sul programma, sul secondario lo spread può scendere sotto quota 230 punti?
“No, il differenziale è tornato più volte su questa soglia senza perforarla. E’ un segnale di come il mercato non nutra fiducia nei confronti di questo governo. Viste le tensioni fra le due forze di maggioranza e le diversità di vedute sugli investimenti, quest’esecutivo non vedrà mai un differenziale sotto questo livello”.

Per i mercati il governo Conte arriverà a fine legislatura?
“No, soprattutto dopo questa tornata elettorale europea. E’ prematuro, ma alcune investitori credono che già prima della fine del 2019 si possa andare nuovamente alle urne. Nei loro report, le banche d’affari non ritengono che il governo duri cinque anni”.
@andreadeugeni
