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Economia
Stellantis, la crisi dei chip colpisce più del Covid: produzione giù del 16,3%

Stellantis, l'effetto chip pesa più della pandemia: in affanno anche i veicoli commerciali 

Crisi dei chip sempre più forte. Stabilimenti a rischio. Produzione in netto calo. A pochi giorni dall'incontro tra azienda e Mise, in programma per lunedì 11 ottbre, Fim-Cisl fotografano la nuova situazione degli stabilimenti produttivi italiani. Dopo un 2020 di "sofferenza" a causa della pandemia, i primi nove mesi del 2021 hanno segnato una crescita del 14,2% sull'anno precedente, con la produzione di 528.277 unità, tra autovetture e furgoni commerciali, contro le 462.404 dell'anno prima. Ma, secondo Fim Cisl, rapportando i dati di produzione al periodo pre-covid e quindi al 2019 la situazione è negativa con –16,3%, ovvero 631.200 veicoli. "Per la prima volta, fa notare il segretario nazionale Ferdinando Uliano, sono negativi anche i veicoli commerciali, cosa mai successa negli ultimi 12 anni".

Secondo la Fim, "l’effetto è in gran parte riconducibile allo stop nelle produzioni determinato dalla mancanza dei semiconduttori. La sofferenza riscontrata nei primi 6 mesi del 2021, si è aggravata nell’ultimo trimestre causando numerosi blocchi produttivi. Nell’auto i semiconduttori stanno determinando dei blocchi produttivi che stanno colpendo più del lock-down del 2020. La sofferenza riscontrata nei primi 6 mesi del 2021, si è aggravata nell’ultimo trimestre causando numerosi blocchi produttivi. L’unico stabilimento che non subisce fermate nell’ultimo trimestre è il polo produttivo torinese; in particolare la produzione della 500e, che non può fermarsi per i vincoli sul Co2, per evitare le salatissime sanzioni". 

In questa situazione, il governo "non può assistere passivamente": "sarà fondamentale che il confronto in sede ministeriale sul nuovo piano industriale ottenga stati di avanzamento concreti e positivi su tutti gli aspetti: dalle assegnazioni delle future piattaforme e delle nuove produzioni, al ruolo assegnato all’Italia nei vari ambiti a partire dalla ricerca, al rilancio dei marchi italiani come AlfaRomeo, Maserati, Fiat e 500 e sviluppare ulteriormente le produzioni Jeep, oltre la possibilità di produrre vetture di altri marchi del gruppo nel nostro Paese. L’obiettivo principale rimane la garanzia di mettere in sicurezza gli stabilimenti e l’occupazione".  Sul tavolo infatti sono previsti i lanci del sub  sono previsti i lanci del suv grecale nello stabilimento di Cassino e del suv di Alfa Romeo Tonale, anche nelle due versioni ibride, a Pomigliano d’Arco e delle due Maserati GT e GC a Mirafiori.

In tale contesto, "siamo preoccupati per due ordini di problemi, avvertono i sindacati, quando calano le vendite e ricavi, gli investimenti potrebbero subire uno spostamento; il secondo ordine di problemi è collegato al problema dei semiconduttori e al lancio commerciale delle nuove auto. Le attese sui nuovi prodotti non possono essere eccessive. Slittamenti temporali sui lanci rischiano di colpire ulteriormente l’occupazione e i salari: è per questo motivo che i vertici di Stellantis devono fornire garanzie ed esplicitare le difficoltà che potremmo avere nei prossimi mesi".

 

 

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