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Economia
Sui mercati è già effetto Lagarde. Milano top con spread e stop procedura

Dopo un avvio timido Piazza Affari imbocca con decisione la strada del rialzo (Ftse Mib +0,99%) trainata da Fca (+2,2%), Enel (+1,7%), Exor (+1,6%), Snam (+1,5%), Poste (+1,5%) e Unipol (+1,5%). In spolvero tutti i listini europei dopo l'accordo sulle nomine Ue e la candidatura di Christine Lagarde alla guida della Bce, che scongiura il rischio dell'approdo di un 'falco' tedesco sulla poltrona più alta dell'Eurotower. Atteggiamento che spinge gli operatori a scommettere su un atteggiamento da colomba della Bce nella politica moneraria. Atteggiamento di cui beneficiano sia l'azionario sia l'obbligazionario, con un sistema di protezione pronto ad attivarsi anche sui titoli più rischiosi dei Paesi dell'Eurozona, come i Btp. 

Sul listino principale, continua il recupero di Atlantia (+1,7%) dopo che i giuristi del Mit hanno aperto a una rinegoziazione della concessione. Mediaset avanza dello 0,5%, nonostante la richiesta di Vivendi di revocare il voto doppio. Bene le utility con Terna (+1,3%) ed Hera (+1%), acquisti sulle banche con Ubi (+1,1%), Mediobanca (+0,9%) e Unicredit (-0,9%).

Intesa sale dello 0,5% nonostante il taglio a 'underperform' di Jefferies che ritiene che le valutazioni del mercato non riflettano il rischio sugli obiettivi di utile e dividendo. Giu' Trevi (-2,2%), oggetto di uno scontro tra famiglia trevisani e Cda. Positivo anche il resto d'Europa, con Parigi e Francoforte che salgono dello 0,6% e Londra dello 0,5%. Sull'azionario milanese, corre Fca (+3%) dopo i dati positivi sulle immatricolazioni negli Usa.

In attesa che la Commissione Ue ritiri oggi la raccomandazione di procedura per debito eccessivo, ritenendo i conti pubblici italiani del 2019 in linea con il Patto di Stabilità (queste solo le aspettative), sui mercati continua la corsa ai titoli di Stato italiani, favorita dalla convinzione che la Bce, in completa continuità con Mario Draghi anche nell'era Lagarde, entrerà presto in campo e dalla correzione dei conti operata dal governo Conte: apre infatti a 215,6 punti lo spread tra Btp e Bund, col rendimento del decennale italiano all'1,76% sul mercato secondario. Ieri il rendimento dei Btp decennali era sceso a 1,84%. e il differenziale calato a 221 punti base, minimo da luglio 2018.

Dopo le prime  battute però,  lo spread è risalito a 220 punti base, coplice la discesa del Bund, comunque due punti in meno dell'ultimo riferimento. Il rendimento dei titoli di Stato italiani è poi risalito all'1,81%. Il rendimento del Bund tedesco a 10 anni e' pari a -0,39%.Come sottolineato da alcuni analisti a proposito dei nuovi minimi toccati dal rendimento dei decennali tedeschi, "sui mercati domina l'effetto Lagarde". In tarda mattinata, in attesa del responso dell'esecutivo comunitario, lo spread e' sceso di nuovo a 215 punti base ai minimi da luglio 2018 e del rendimento sul decennale italiano all'1,86% su livelli che non si vedevano da maggio dello scorso anno. Segnale che i mercati stanno anche ormai scontando il ritiro della procedura di infrazione da parte della Commissione europea nei confronti dell'Italia e relazioni piu' distese tra il nostro Governo e quello europeo. Una spinta al rialzo e' arrivata anche dal dato sul Pmi Italia del settore servizi di giugno, con gli indicatori che segnalano un'espansione delle attivita' anche migliore delle attese. Il tasso dei Btp a due anni è sceso sotto lo zero, a -0,02%.

Il secondo record di fila dello S&P 500 invece alimenta una moderata fiducia sui listini europei, fiducia incentivata anche dall’atteggiamento da "colomba" delle principali banche centrali. Su ambedue le sponde dell'Atlantico. I listini del Vecchio Continente viaggiano sopra la parità. A Milano il Ftse mib registra nei primi scambi un +0,15%, il Ftse 100 a Londra un +0,21%, e il Dax a Francoforte un +0,21%. A Parigi il Cac 40 avanza dello 0,06%.

L'ottimismo dato dalla tregua commerciale raggiunta da Usa e Cina sabato scorso è stato smorzato dalla possibilità di altri dazi su importazioni Ue per via della duratura disputa sui sussidi a Boeing e Airbus, ma gli investitori scommettono sul fatto che dal fronte Washington-Pechino arrivi altro newsflow positivo per quanto riguarda la disputa commerciale, in assenza di dettagli concreti e di date precise sui prossimi incontri. Neutralizzando l’incertezza futura che aleggia sulla crescita economica mondiale.

Sul fronte macro, oggi attesa per i dati sui Pmi servizi in Europa mentre il dato del Pmi Caixin cinese ha mostrato una flessione a 52 punti dai 52,7 di maggio, la lettura peggiore da 4 mesi ma comunque superiore ai 50 punti. Sul mercato valutario l'euro si indebolisce leggermente contro il dollaro a 1,1269 (da 1,129 ieri in chiusura), mentre lo yen si rafforza con l'euro che scende a 121,33 (da 122,12) e il dollaro/yen che scivola a 107,64 (da 108,11). In lieve recupero in avvio il petrolio dopo il brusco calo della vigilia, con il Brent che ieri aveva perso il 4% e oggi risale dello 0,27% a 62,57 dollari mentre il Wti avanza dello 0,28% a 56,41 dollari. 

Dall'altra parte del globo, chiusura in ribasso per la Borsa di Tokyo. L'indice Nikkei cede lo 0,53% a 21.638,16 punti. Sul morale degli investitori ha inciso anche il rinnovato timore sull'apertura di un nuovo fronte di dazi commerciali tra Usa ed Unione Europea. Sul fronte valutario si e' registrato un apprezzamento dello yen nei confronti del dollaro, altro fattore che incide negativamente sui titoli delle grandi aziende esportatrici nipponiche. Le Borse cinesi viaggiano in territorio negativo: l'indice Composite di Shanghai segna nelle primissime battute un calo dello 0,40%, a 3.031,83 punti, mentre quello di Shenzhen per lo 0,39%, a quota 1.1612,79.

 

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