Tagli della spending review, il premier Renzi: "Deciderà il Governo"
"Stiamo facendo un'analisi politica, il commissario Cottarelli ci ha fatto l'elenco e ora tocca a noi individuare dove tagliare. Ci presenteremo in modo chiaro in Parlamento con le voci dove vogliamo intervenire e dove no". In un intervento alla Camera in vista della partecipazione al Consiglio europeo in programma domani a Bruxelles, il presidente del Consiglio Matteo Renzi torna sulle vicende italiane nonostante il tema centrale sia l'Europa e l'allarme populismo.
"E' solo un primo passo per rivitalizzare il mercato interno ora bloccato", ha affermato Renzi a proposito del taglio dell'Irpef nelle buste paga di chi guadagna fino a 1.500 euro al mese, e "deriva da un margine ampio" di copertura che proviene da un intervento sulla spending che presenteremo in Parlamento.
Sul rischio movimenti populisti in Europa, Renzi ha sottolienato che "chi rappresenta un paese nel Consiglio Ue debba partire da questa Europa che oggi vive una fase di difficoltà evidente agli occhi dei cittadini e non serve il sondaggio dei talk show per ricordarci come sia forte il rischio di una forte affermazione dei partiti populisti e antieuropeisti".
"Dobbiamo lottare contro un'Europa espressione della burocrazia e della tecnocrazia e riprendere lo sguardo alto dei paesi fondatori", ha ribadito il premier che cita poi un discorso di 19 anni fa dell'europarlamentare verde Alex Langer: "Stiamo costruendo un'Europa dove si smistano persone e merci ma si svuotano di identità le città e le regioni". "Nei prossimi otto mesi - ha avvertito ancora Renzi - ci sarà un passaggio elettorale rilevante, avremo il cambiamento della commissione Ue e il semestre a cui Letta, che saluto e ringrazio, ha dato importanza e stimolo".
"Il rischio di una deriva tecnocratica e burocratica - ha insistito - non lo avverte solo questo governo e questo Parlamento ma è dentro, insito, nell'animo e nel cuore di chi da anni si batte per un'Europa degna di questo nome". Nel corso del Consiglio Ue, ricorda il presidente del Consiglio, "avremmo dovuto parlare si crescita, competitività e di occupazione ma le vicende di crisi a cui stiamo assistendo in Ucraina sicuramente saranno particolarmente approfondite" soprattutto "nella cena di domani sera". Per mettere fine alla crisi in Ucraina serve, ha proseguito, "una soluzione politica", "rispettosa del diritto internazionale e "che non ci faccia tornare indietro rispetto ad un disegno di cortina di ferro che probabilmente è solo negli incubi ma che noi dobbiamo scongiurare".
Infine anche un passaggio sull'eventuale sforamento del limite del 3% nel rapporto deficit/Pil. "E' oggettivamente un parametro anacronistico", dice il presidente del Consiglio, ma per l'Italia "non ci sarà nessuno sforamento". "Quel che in queste ore sfugge non è la discussione su 3% o meno", il governo ritiene che "quel che è necessario non è lo sforamento ma il rispetto del 3% con una modifica, vedremo se possibile, dal 2,6% al 3%".