Su le tasse sui conti correnti: Renzi le porta al 26%
Gli ottanta euro in busta paga presentano il conto a cittadini e imprese. Un conto salatissimo da 755 milioni di euro che graverà su conti correnti, conti di deposito, libretti postali e certificati di deposito. Il dato emerge dal decreto definitivo (in Gazzetta Ufficiale oggi) in cui il governo spiega i provvedimenti e le relative coperture.
Tra le misure che più peseranno sui comuni cittadini c'è proprio il passaggio dal 20 al 26% del prelievo su tutte le rendite finanziarie, che partirà dal prossimo luglio e che colpirà appunto tutti i rendimenti con la sola eccezione dei titoli di Stato (per i quali la tassazione resta ferma al 12,5%). Da questo aumento dell'aliquota il governo stima di incassare 3,037 miliardi di euro nel 2014.
Stando alla relazione tecnica del decreto approvato lo scorso venerdi, citata dal Sole 24 Ore, proprio dall'innalzamento del prelievo sugli interessi per c/c e depositi dovrebbero arrivare 775 milioni nel corso dell'anno prossimo, che saliranno a 1,1 miliardi dal 2016.
Considerando il complesso degli incassi, per quest'anno gli effetti saranno limitati a 720 milioni, che diventeranno 2,3 miliardi nel corso del 2015, 2,9 miliardi nel 2016 per poi stabilizzarsi a quota 2,6 miliardi dal 2017 in poi.
Per le azioni, la nuova aliquota del 26% si applica a dividendi e utili incassati dal prossimo luglio. Nel caso di detenzione di titoli di emittenti quotate, la tecnicalità per armonizzare l'aliquota rispetto al 20% precedente sarà una "finta" cessione al 30 giugno 2014, con riacquisto successivo, in modo da calcolare il rateo maturato con le due differenti aliquote.
Non si salvano neppure le forme di previdenza complementare. Per i fondi pensione è previsto infatti un ritocco al rialzo dall'11% attuale.
Colpite anche le banche: confermata l'imposta al 26% sulle plusvalenze registrate dopo la rivalutazione delle quote Bankitalia.