Letta: "Giù le imposte, ma senza sfasciare i conti"

Ocse e Ue sono state esplicite: il limite del 3% sul deficit non si tocca. Di colpo, la strada che porta il governo Letta verso la riduzione delle tasse si è fatta ancora più stretta. Il nuovo presidente del Consiglio però non si scompone. E, nonostante l'avvertimento dell'Ocse ("Non è il momento di abbassare le imposte"), rilancia: "L'Italia ha una pressione fiscale insostenibile, a tutto tondo; noi dobbiamo procedere senza rilassamento nei conti pubblici, perché in prospettiva la pressione fiscale deve diminuire".
Poco dopo un colloquio con il segretario generale dell'Ocse, Letta ha aperto alla possibilità di una nuova manovra: "Con Gurria non ne abbiamo parlato. Ho detto già stamattina che non c'e' tempo, abbiamo dietro le spalle alcuni mesi in cui l'Italia si è avvitata dentro una discussione politica-istituzionale. Ora siamo usciti da questa discussione. Dobbiamo recuperare il tempo perduto". Prima di muoversi però servirà "capire quali sono i margini di manovra e le possibilità per lavorare", osserva Letta reduce da un 'tour' europeo che lo ha portato a incontrare Merkel, Hollande e Barroso. "Il mio mantra è la lotta alla disoccupazione giovanile", l'Unione europea - spiega Letta - deve lavorare su questo tema, altrimenti "l'Europa viene vista per certi versi come matrigna".
L'ex vice-segretario del Pd si muove con circospezione. Nulla sfugge su un eventuale piano di riduzione fiscale. Non è il caso, vista l'eterogeneità della maggioranza. "Se ridurre o meno le tasse, o decideremo insieme con le forze di maggioranza. Dobbiamo trovare - ha sottolineato il premier - forme e modi senza che ci sia alcun rilassamento". "La pressione fiscale deve scendere, ma senza sfasciare i conti pubblici".