Poltrone Telecom/ Franco Bernabè pronto alle dimissioni. Tratta la buonuscita

@andreadeugeni
Dopo sei anni alla guida di Telecom Italia, alla seconda esperienza sulla tolda di comando dell'ex monopolista telefonico, Franco Bernabè sarebbe pronto alle dimissioni. Scelta che l'attuale presidente con deleghe operative di Telecom formalizzerebbe, secondo le indiscrezioni, al consiglia di amministrazione fissato in agenda il 3 ottobre, appuntamento in cui il manager avrebbe dovuto presentare un nuovo piano industriale, con tanto di aumento di capitale, per scongiurare il downgrade delle agenzie di rating.
Dopo l'accordo fra gli azionisti di Telco che hanno sancito il passaggio del controllo fra i soci italiani Assicurazioni Generali, Mediobanca e Banca Intesa e quello estero Telefonica, il presidente di Telecom lascerebbe per evitare spaccature in Cda, dopo che anche i consiglieri indipendenti hanno denunciato la posizione in conflitto di interessi nella governance della società del gruppo spagnolo guidato da Cesar Alierta.
Secondo quanto riferiscono le fonti, il manager avrebbe maturato la decisione immediatamente dopo i cambiamenti avvenuti nella compagine azionaria tanto che all'ordine del giorno del Cda di giovedì compare anche la voce "comunicazioni dl presidente". E, inqueste ore, pare che Bernabè abbia già avviato l'iter per la risoluzione del contratto trattando con l'azienda la sua buonuscita.

Mercoledì in audizione al Senato, Bernabè aveva già espresso le sue perplessità sull'operazione Telco, indicando nella ricapitalizzazione l'unica strada da seguire per rilanciare Telecom Italia. Ora, sembra abbia alzato quindi bandiera bianca.
Per la sua successione, dato il momento delicato del gruppo Telecom alle prese con il cambio di azionista di riferimento e il dossier rete su cui il governo Letta vuole dire la propria, è presumibile che i tempi saranno brevi.
I nomi che sono circolati nei giorni scorsi per un'eventuale successione sarebbero quelli di Massimo Sarmi (attuale amministratore delegato di Poste Italiane), di Francesco Caio (Avio, candidatura però improbabile in quanto impegnato anche con il governo Letta per l'attuazione dell'agenda digitale), o dell'attuale amministratore delegato Marco Patuano.