Trump atterra nel Golfo: con lui anche Musk, Zuckerberg e Elkann. Il tycoon a caccia di 1.000 mld di dollari dagli arabi - Affaritaliani.it

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Trump atterra nel Golfo: con lui anche Musk, Zuckerberg e Elkann. Il tycoon a caccia di 1.000 mld di dollari dagli arabi

Con una numerosa delegazione economica e i big della tecnologia al seguito, Trump apre il viaggio nel Golfo puntando sugli affari. A Riad il primo vertice sugli investimenti USA-Arabia

di redazione economia

Trump riparte dal Medio Oriente: obiettivo mille miliardi di investimenti tra Arabia, Qatar ed Emirati

Il ritorno di Donald Trump sulla scena internazionale comincia dal Golfo. Sarebbe dovuta essere la prima visita ufficiale all'estero del suo secondo mandato, ma i funerali di Papa Francesco a Roma hanno "intralciato" i piani del presidente. Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti sono le tappe di un viaggio che, al di là delle cerimonie ufficiali, ha un obiettivo ben chiaro: stringere accordi economici e rafforzare l’influenza americana in una regione dove negli ultimi anni Pechino ha guadagnato sempre più terreno.

Non è un caso che un funzionario saudita abbia riassunto così il senso dell’intera missione del tycoon: "Business, business, business". E infatti, tutto ruota attorno agli affari.  Non a caso già prima dell’arrivo di Trump a Riad era stato annunciato una prima importante operazione commerciale, ovvero la vendita di armi agli Emirati Arabi Uniti per oltre 1,4 miliardi di dollari, includendo elicotteri Chinook e pezzi di ricambio per i caccia F-16.

E questo è solo l'inizio, perchè gli obiettivi reali del presidente americano sono molto più ambiziosi: ottenere impegni di investimento per 1.000 miliardi di dollari in quattro anni da parte degli Stati del Golfo, cifra che tra l'altro supererebbe di gran lunga i 600 miliardi già promessi in precedenza dal principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Ma a quale scopo? A che cosa servirebbero questi investimenti?

Da un lato, Trump vorrebbe rilanciare l’economia americana grazie a nuovi afflussi di capitali stranieri, dall’altro cercare di recuperare terreno rispetto al suo più grande rivale, la Cina, che negli ultimi tempi ha investito massicciamente in Medio Oriente. Insomma Washington vuole tornare al centro della scena, e Trump ha scelto di farlo con l'arma che sa usare meglio: la negoziazione economica.

A fare da cornice al viaggio, c'è anche il Forum sugli investimenti Usa-Arabia Saudita, a Riad, dove oltre ai ministri del Commercio, della Difesa e dell’Energia, c’è anche una nutrita delegazione di Ceo arrivati dritti dritti dalla Silicon Valley. Elon Musk, Mark Zuckerberg, Sam Altman e Larry Fink, tra i volti pù noti, presenti al forum per firmare intese nei settori più strategici: semiconduttori, intelligenza artificiale, energia e difesa. Ma c'è anche John Elkann al fianco di Trump in qualità di presidente di Stellantis, visto che il gruppo produce negli Usa.

L’Arabia Saudita, da parte sua, mira a portare avanti il programma Vision 2030, che punta a diversificare l’economia nazionale oltre il petrolio, e per farlo ha bisogno di capitali, know-how e tecnologia americana. Ma sono attesi accordi anche nel turismo, nel settore minerario e, ovviamente, nella difesa.

Ma anche il Qatar si è fatto avanti; ha regalato un Boeing 747-8 alla Casa Bianca (da usare come futuro Air Force One) e ha annunciato investimenti che potrebbero arrivare fino a 300 miliardi di dollari, inclusi nuovi ordini per Boeing. Gli Emirati, dal canto loro, si sono invece impegnati in un piano decennale da oltre 1.400 miliardi di dollari di investimenti negli Stati Uniti, con focus su energia, manifattura e tecnologia avanzata. Insomma Trump torna sulla scena internazionale nel suo solito stile: con un’agenda tutta centrata sugli affari. La posta in gioco è alta: ricollocare gli Stati Uniti al centro dei rapporti con il mondo arabo e riportare a casa risultati concreti.

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