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Economia
Ubi, il mercato promuove il rilancio. Si scalda il risiko con UniCredit

La svolta nell'operazione Intesa Sanpaolo-Ubi, dopo il rialzo dell'offerta e il sì arrivato da alcuni soci di peso della banca lombarda oggetto della proposta, sblocca il risiko dei bancari e fa accelerare in Borsa le possibili protagoniste di nuove aggregazioni: le azioni Banco Bpm, dopo una partenza brillante, hanno accelerato a 5,5% entrando anche temporaneamente in asta di volatilità, mentre Monte dei Paschi di Siena - che nei giorni scorsi ha scelto Mediobanca come advisor per valutare le prossime scelte strategiche - sale del 15%.

mps
 

Secondo quanto riportato nel weekend da Il Messaggero, Unicredit, per quanto il ceo Jean Pierre Mustier continui a dichiarare di non guardare ad acquisizioni, potrebbe tornare a concentrarsi su un rafforzamento nel mercato domestico: dei primi colloqui sarebbero avvenuti nelle scorse settimane con i vertici di Banco Bpm. Ma le ipotesi di consolidamento nel settore del credito potrebbero coinvolgere, intorno a Banco Bpm, la Popolare dell'Emilia Romagna e, appunto Mps, alla luce della volontà, confermata di recente dal ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, di rispettare i programmi per una uscita dello Stato dal capitale nel 2021.

La banca senese amministrata da Guido Bastianini vedrebbe, secondo i rumors, come candidato favorito Banco Bpm con l'istituto che non commenta le indiscrezioni. Un portavoce della banca ribadisce e ricorda le dichiarazioni fatte dai vertici recentemente sul percorso stand alone. Nei giorni scorsi il presidente di Banco Bpm, Massimo Tononi, aveva ribadito che non ci sono contatti con Siena per un eventuale matrimonio. Sullo sfondo poi c'è PopSondrio, istituto che dopo la sentenza della Corte Ue che ha confermato l'obbligo di trasformarsi in spa, parteciperà al risiko secondo qualcuno con i cugini del Creval.

Poco mossa Unicredit (0,3%) con il no comment della banca su notizie di stampa circa un interesse al consolidamento. In un'intervista al Finanz und Wirtschaft Mustier ha ribadito che la banca non guarda ad M&A ed è concentrata sulla trasformazione digitale. 

intesa
 

Intermonte promuove il sistema bancario italiano, alzando il giudizio complessivo a 'overweight' e ritoccando all'insu' i target price di tutti gli istituti. "Ci sono tre ragioni per essere piu' positivi sul settore", si legge in un report, che elenca "l'impatto positivo" sul margine di interesse della liquidita' a basso costo fornita dalla Bce con i prestiti Tltro III, l'attesa per "un'ulteriore riduzione dello spread Btp-Bund", grazie al programma Pepp della Bce e all'arrivo del Recovery Fund, e infine all'atteggiamento piu' accomodante della Bce in tema di fusioni e acquisizioni.

"L'offerta di Intesa per Ubi ha dato il calcio d'inizio al processo di consolidamento in Italia" afferma Intermonte, secondo cui le dichiarazioni del capo della vigilanza Andrea Enria "dovrebbero facilitare l'M&A in Europa e la recente guida della Bce almeno chiarisce alcuni punti in caso di fusione". Banco Bpm, Bper, Creval (+4,97%) e Mps sono le banche per cui il coinvolgimento nel risiko bancario e', a giudizio di Intermonte, "piu' probabile".

LP 9257549
 

Il broker ha aggiustato i target price dei primi tre istituti (Mps non e' coperta dai suoi analisti) per includere "una probabilita' del 20% di fusioni e acquisizioni". Queste banche potrebbero essere coinvolte nel "gioco dell'M&A nei prossimi mesi, in parte grazie a una valutazione molto bassa (in media un rapporto tra prezzo delle azioni e patrimonio netto tangibile di 0,4 volte), alti badwill (differenza tra valore del patrimonio e prezzo, ndr) e Dta (attivita' fiscali differite, ndr) e il bisogno di sfruttare sinergie nell'attuale contesto di bassi tassi e di incombente recessione".

Intermonte non incorpora alcun premio di M&A per Unicredit e Intesa "in quanto pensiamo che le operazioni cross-border restano improbabili a causa della limitata visibilità sulle sinergie". Nell'ambito della rivalutazione del settore sono state promosse a overweight Unicredit e Bper. 

Vandelli
 

Infine, la trasformazione da Ops a Opas con una parte cash fa balzare le azioni Ubi Banca ai massimi dal 4 marzo scorso sopra quota 3,6 euro. Nel cda straordinario di venerdi' sera Intesa Sanpaolo ha infatti aggiunto un corrispettivo in contanti all'offerta pubblica di scambio, che prevedeva 1,7 azioni Intesa per ogni azione Ubi: la parte cash è di 57 centesimi per ogni azione Ubi portata in adesione.



La nuova proposta, su cui si dovrà esprimere il consiglio di Ubi, e' definita "irrinunciabile" dagli analisti di Equita Sim mentre Fidentiis definisce l'incremento "atteso, ma di dimensioni superiori alle attese": "Questo dovrebbe rendere l'offerta di Intesa un 'no-brainer' per ogni azionista Ubi, Fondazioni comprese" conclude la stessa casa di investimento sottolineando come l'adesione sia la scelta piu' ovvia da fare per ogni detentore di azioni.



Le quotazioni di Ubi si sono appunto immediatamente allineate ai nuovi valori della proposta che quindi attribuisce a Ubi un valore di circa 4,1 miliardi di euro: le Ubi segnano +14% a 3,726 euro mentre Intesa Sanpaolo ha guadagnato l'1,23% a 1,8544 euro. 

"L'offerta, secondo noi gia' di per se' molto vantaggiosa per gli azionisti di Ubi, non puo' essere razionalmente rifiutata in quanto comporta un premio del 44,7% rispetto ai prezzi di chiusura di Ubi il giorno precedente l'annuncio" scrive Equita Sim secondo cui inoltre agli azionisti Ubi fara' capo il 63% del valore attuale delle sinergie.

Per Equita l'esborso non avrà impatti sostanziali sui termini dell'operazione e sui coefficienti patrimoniali di Intesa Sanpaolo. Per Fidentiis con la nuova offerta si alzano le probabilità di Intesa di superare i due terzi nel capitale di Ubi rendendo l'aggregazioni più semplice e piu' fattibile la realizzazione delle sinergie. Anche gli analisti di Hsbc credono che la mossa di Intesa Sanpaolo "convincera' gli azionisti di Ubi a partecipare all'offerta". La componente in contanti ha un impatto "marginale sul Cet1 della nuova entita' (si stima ora il 12,7%, -10 pbp vs. rispetto alla nostra stima precedente). L'Isp ha mantenuto tutti gli obiettivi finanziari dell'operazione invariati". 

Ubi e' ora valutata implicitamente 3,684 euro per azione (4,2 miliardi di euro) sulla base della "quotazione del titolo Intesa di venerdi' piu' la componente cash di 0,57 euro (652 milioni di euro per il 100% di accettazione), quindi il 12,7% in piu' rispetto al prezzo del titolo Ubi Friday", evidenziano gli analisti di Kepler Cheuvreux. Le condizioni migliorate dovrebbero consentire a Intesa di raggiungere l'obiettivo di raggiungere il 66,67% del capitale di Ubi che garantirebbe il controllo del "suo Egm e di conseguenza la fusione dei due banche e il raggiungimento di sinergie complete".

Il prezzo offerto per Ubi (implicito 3,605 euro sulla base di un rapporto di cambio 1,7x e 0,57 euro in contanti) e' molto piu' alto della "nostra valutazione di Ubi standalone. Intesa Sanpaolo giustifica un prezzo cosi' alto per le sinergie che si aspetta di ottenere (700 milioni di euro al lordo delle imposte entro il 2024)", afferma Bank of America.

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