Ue, il politologo Luttwak ad Affaritaliani.it: così Renzi tradirà la Merkel
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni

Euroscetticismo che non ha affatto sfondato come si temeva alla vigilia elettorale, spread dei Paesi periferici in calo e una moneta unica che si salva e che continua comunque a rimanere forte sul dollaro.
L'esito elettorale delle Europee soddisfa Obama e le grandi banche d'affari statunitensi, perché come spiega ad Affaritaliani.it il politologo americano Edward Luttwak, "gli Usa hanno interesse che l'Europa resti unita e che ritrovi la via della crescita perché questo consente al Vecchio Continente di avere un cambio euro/dollaro elevatosui mercati valutari".
Il motivo è presto detto, visto che negli Stati Uniti spendaccioni, la politica di stimolo della Casa Bianca ha comportato un aumento del rapporto debito/Pil dal 94,8% pre-crisi al 105,7% del 2014 (oltre 17 mila miliardi di dollari in valore assoluto), e "un dollaro debole, da mantenere il più possibile a questi livelli, è una situazione super-vantaggiosa per gli Usa: un volano per le esportazioni che spingono al rialzo il Pil e, di conseguenza, al ribasso il rapporto debito/Pil", spiega Luttwak.
"E' vero", riconosce il politologo "ci sono stati improvvisi aumenti dello spread dei Paesi periferici, in particolare quello fra Btp e Bund, alla vigilia delle elezioni", ma non si è trattato di movimenti strutturali che miravano a una disgregazione dell'euro, "quanto soltanto di volatilà: alcuni operatori finanziari hanno approfittato dell'incertezza scommettendo sulle vendite per guadagnare".

"L'interesse americano" è che "l'Europa goda di buona salute e che ci sia sempre un euro forte", trend "sostenuto incredibilmente e in maniera fanatica anche dalla Banca Centrale Europea". Draghi dunque sta facendo il gioco degli Usa, invece che aiutare la crescita del Vecchio Continente.
Ora che in Italia e in Spagna i partiti tradizionali hanno tenuto e Matteo Renzi ha sconfitto in casa il pericolo grillino, per i Paesi del Sud Europa si apre la grande sfida e cioè "ritrovare la via della crescita", spiega Luttwak che però è pessimista: per Renzi infatti si tratta sostanzialmente di una "mission impossible". In primis, "perché Spagna e Italia hanno rifiutato di intraprendere un serio cammino di riforme", secondo perché "rimanere nell'euro, soprattutto per l'Italia, vorrebbe dire fare ricorso per i prossimi anni ancora a pesanti politiche di austerità dettate dal Fiscal Compact".
Tradotto in numeri, si tratta di avere zero deficit e una riduzione del 2% del debito all'anno", una sforbiciata "di 40 miliardi, 10 Imu" ogni 12 mesi, continua Luttwak. Uno scenario che "condannerà le prossime generazioni alla disoccupazione strutturale e che Renzi non potrà evitare a meno di un'uscita dall'euro o di non rispettare i nuovi dictat dell'Unione Europea: trovare 10 Imu all'anno è una pura fantasia. Vorrebbe dire strozzare l'economia", sentenzia Luttwak.
Per il politologo, dunque, sulla carta il "destino dell'Italia è ormai segnato", scenario che a Palazzo Chigi "conoscono bene". "Renzi farebbe meglio a rivelare il suo piano", conclude Luttwak e cioè che "non intenderà rispettare mai i patti europei. Sarebbe più serio".