Cia, un registro pubblico a tutela del San Marzano Dop
Cia, la tutela del pomodoro San Marzano Dop. Obiettivo: certezza di autenticità e lotta alle etichette ingannevoli
Il pomodoro San Marzano Dop va tutelato sui mercati internazionali dalle etichette ingannevoli e dai prodotti contraffatti. Risponde a quest’obiettivo la creazione di un registro pubblico della produzione trasformata, una sorta di database presso le Camere di commercio della Campania e di Roma, quale sezione decentrata dell’ente camerale di Parigi, per offrire alla grande distribuzione la possibilità di accedere immediatamente alla tracciabilità del prodotto e averne la certezza di autenticità. E’ un’iniziativa promossa e sostenuta dalla Cia-Coltivatori Italiani che punta anche a dare vita ad un organismo interprofessionale composto da tutti gli attori della filiera “consapevoli del valore non solo economico ma anche culturale che in questa area del salernitano, l’Agro-nocerino-sarnese, esercita il lavoro legato alla terra”, spiega il vice presidente nazionale di Cia, Alessandro Mastrocinque. “La Dop San Marzano -sottolinea a sua volta Donato Fasulo, numero uno di Cia Salerno- rappresenta una eccellenza campana che contribuisce come poche altre al primato del made in Italy sui mercati mondiali del food. Per il rispetto che sentiamo di dovere a questo patrimonio, a un prodotto che si distingue per il suo legame con un territorio che dispone di elementi naturali non riscontrabili altrove, siamo chiamati a mettere in campo azioni sempre nuove di tutela e di promozione che nasce proprio dall’esigenza di combattere l’erosione di un patrimonio non riproducibile e di aumentare produttività e valore aggiunto”. La Cia si è anche attivata per sollecitare iniziative congiunte tra la Regione Campania e il ministero delle Politiche agricole, di concerto con il Consorzio di tutela del pomodoro San Marzano, per rendere operative misure normative che vadano nella direzione di un rafforzamento della vigente legislazione protezionistica e sanzionatoria delle Dop. “I margini di miglioramento della produzione sono altissimi”, sottolinea Fasulo. “Basti considerare che dei 16mila ettari riconosciuti come area di coltivazione del San Marzano solo 250 ettari sono attualmente utilizzati per la produzione di San Marzano Dop per una produzione di 100mila quintali di trasformato. Si può e si deve crescere. Bisogna puntare sempre di più sulla qualità e per questo pensiamo sia necessario utilizzare il Psr per concordare una strategia che punti ad aumentare produzione e valore aggiunto del San Marzano Dop”. “In questo senso -commenta Mastrocinque- avanziamo la richiesta di creare delle Organizzazioni interprofessionali, oggetto di recente del Tavolo interministeriale promosso dal ministero dell’Agricoltura come modello attraverso cui favorire la trasformazione dei Distretti in forme di governance in grado di coinvolgere tutte le rappresentanze, sia della parte agricola sia delle industrie trasformatrici. Per la Cia è indispensabile rafforzare questi organismi per garantire una più equa distribuzione del valore aggiunto”. L’area di produzione del pomodoro San Marzano è concentrata in gran parte in territorio salernitano e in alcuni comuni dell’area metropolitana di Napoli.