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Lo aveva preannunciato la scorsa settimana durante la sua conferenza stampa Mario Draghi: per il meccanismo unico di vigilanza (Single supervisory mechanism, o Ssm), primo tassello della futura unione bancaria europea, erano attese "novità positive" e infatti stamane l'Europarlamento in sessione plenaria ha approvato (559 sì, 62 no, 18 astenuti) l'accordo raggiunto due giorni fa sul Ssm che affida alla Bce la supervisione delle 150 maggiori banche europee (primo passo verso l'unione bancaria europea), la cui piena operatività è prevista per la fine di settembre del prossimo anno. E' però presto per esultare perché la strada da percorrere è ancora lunga e non priva di ostacoli.

Per quanto riguarda l'Ssm, in particolare, alla Bce spetterà di controllare direttamente quelle banche della Ue che hanno attivi superiori a 30 miliardi di euro o che rappresentino oltre il 20% del Pil del rispettivo paese ed il cui valore sia superiore ai 5 miliardi di euro. Per tutte le altre banche la supervisione sarà esercitata dalla Bce attraverso le autorità nazionali. All'assemblea di Strasburgo viene invece affidato un compito di controllo parlamentare sull'operato della stessa Bce.

In pratica il parlamento Ue parteciperà al processo di selezione e di nomina (che dovrebbe iniziare già nelle prossime settimane) del presidente del "Comitato di Supervisione" ("Supervisory Board") cui spetterà gestire le attività di sorveglianza in modo indipendente dalla politica monetaria del Consiglio dei governatori della Bce. Eurotower, inoltre, fornirà all'europarlamento (in via riservata) i verbali delle riunioni dello stesso Comitato e vi saranno incontri regolari e audizioni in parlamento.

A metà ottobre, ha promesso Draghi, la Bce dovrebbe poi spiegare i criteri che verranno adottati per effettuare l'asset-quality review, ossia l'esame della qualità degli attivi che verrà condotto sui maggiori istituti europei nel primo trimestre del prossimo anno e che precederà di un trimestre un nuovo "stress test", questa volta da parte dell'Eba (l'Autorità bancaria europea), due ulteriori prove da superare prima che si giunga all'unione bancaria vera e propria che non vedrà la luce prima del 2018, data entro cui dovrebbe essere operativo anche il meccanismo unico di risoluzione (Single resolution mechanism o Srm), cui spetterà definire organismi e strumenti di gestione delle crisi bancarie, ossia in casi estremi decidere se "commissariare" o anche mettere in liquidazione un istituto.
 

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