Economia
Virus, Bonomi fa le pulci al decreto. "Avanzare proposte di utilizzo del Mes"

"Conseguenze più gravi della crisi del 2008. Serve cooperazione pubblico-privato"
In un momento di emergenza sanitaria, in cui il contenimento del coronavirus è la priorità e le imprese fanno la propria parte con il massimo impegno, bisogna "alzare lo sguardo oltre la grande sfida contro l'epidemia", perchè "le conseguenze economiche della più rilevante interruzione dell'offerta ne dal secondo dopoguerra non sono e non saranno quelle di una crisi finanziaria come nel post 2008. Si profilano come potenzialmente molto più gravi, per l'Italia, per l'Europa e per il mondo globalizzato".
Il presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, lancia un appello a fare "subito scelte coraggiose per contenere il più possibile le enormi perdite in arrivo, e per perseguire in maniera credibile la ripresa il più rapidamente possibile". Mentre tutto il mondo deve fare fronte a una situazione prima inimmaginabile, l'Italia potrebbe pagare un prezzo ancora più alto per via di "un enorme debito pubblico, figlio di anni di scelte sbagliate".
Secondo Bonomi, bisogna "essere pronti", studiando "una grande cooperazione pubblico-privato, analoga a quella che ha fatto reggere l'Italia ai colpi durissimi del secondo conflitto mondiale, del terrorismo, dell'inflazione, del rischio di insolvibilità che ci portò alla crisi del 2011".
Questa cooperazione sta funzionando sull'emergenza sanitaria, ha spiegato il numero uno di Assolombarda, sottolineando che però "bisogna immediatamente estenderla a tutta l'economia italiana. Finora, si sono succeduti decreti Legge ispirati alle primarie emergenze. Ma da subito occorre correggere quanto già nel decreto Cura-Italia appare inadeguato".
"Accanto a molte misure apprezzabili, - spiega l'imprenditore - le procedure della nuova cassa integrazione anti-Covid sono troppo farraginose ed escludono l’immediato anticipo bancario. È ingiusta l’asimmetria nel sostegno al reddito tra dipendenti e autonomi. Non ha senso immaginare dilazioni così brevi dei pagamenti di imposte e contribuiti. Di fatto, il rinvio dei termini di pagamento per la stragrande maggioranza delle imprese è praticamente nullo. Occorre urgentemente intervenire anche a favore delle aziende con più di 2 milioni di fatturato che costituiscono la colonna portante della nostra economia. Inoltre, per le imprese oltre i 250 addetti, non ammesse al fondo garanzia Pmi, immaginare che il sostegno alla liquidità sia garantito da 500 milioni tramite la Cassa Depositi e Prestiti è un ordine di grandezza poco più che simbolico. Tutto si può adeguare e correggere con nuovi interventi immediati, ed è questo innanzitutto ciò che chiediamo senza polemiche”.
“Ma bisogna subito, insieme, mettere a fuoco alcune priorità che segnino poi la strada da seguire per mesi e mesi – continua Bonomi –. Non c’è sostegno al reddito che valga se non tuteliamo la produzione, la manifattura e l’offerta di servizi, non solo con misure a tempo a favore delle filiere oggi più colpite come ristorazione turismo e trasporti. Se non concepiamo una strategia di Paese di lungo termine e con una visione internazionale, la logica conseguenza sarà un aumento dei fallimenti, del tasso di disoccupazione con pericolose ricadute sulla coesione sociale. Le misure vanno adottate con un confronto delle parti e tenendo conto delle conseguenze, basta interventi figli di contrattazioni politiche riservate e appresi solo leggendo testi che arrivano a scelte fatte".
"Non bisogna mai dimenticare - conclude Bonomi in pole position per raccogliere l'eredità di Vincenzo Boccia alla guida di Confindustria - le condizioni di rischio nell’accesso ai mercati che gravano sull’Italia per il suo debito pubblico. Per questo la nuova condizione di responsabilità e consapevolezza che si diffonde nei governi di Germania e Francia, le nuove misure finalmente annunciate ieri sera dalla Banca Centrale Europea, vanno incalzate dall’Italia con proposte non solo innovative, ma responsabili. Innovative nel ricorso a eurobond anti-crisi e nel riorientamento e potenziamento dei Fondi Europei. Ma anche responsabili, perché riusciremo a ottenere di più se l’Italia saprà avanzare proposte straordinarie di utilizzo anche del Fondo Salva-Stati, in un quadro credibile di impegni pluriennali di rilancio della produttività e di contenimento di ogni deficit che non sia momentaneamente dovuto alla crisi”.