Volkswagen, ecco l’ultimatum del governo tedesco - Affaritaliani.it

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Volkswagen, ecco l’ultimatum del governo tedesco


Le autorità tedesche hanno lanciato un ultimatum alla casa automobilistica Volkswagen perché spieghi entro il 7 ottobre come intende mettersi in regola con le norme ambientali, dopo che è stato scoperto che molti milioni di vetture diesel erano munite di un software che alterava i dati delle emissioni. L'ha scritto il giornale Bild am Sonntag. L'autorità federale dei trasporti Kba ha chiesto alla VW, nel centro della bufera in tutto il mondo per lo scandalo, di stabilire "misure vincolanti e un calendario", entro il 7 ottobre, per spiegare come intende tornare in regola sulle emissioni nocive, senza far ricorso a programmi che falsino i risultati. Se la casa automobilistica non rispetterà l'ultimatum, la Kba prevede in una lettera di due pagine che potrebbe bloccare la licenza per tutti modelli interessati,che vorrebbe dire lo stop alla circolazione delle vetture. La Volkswagen, dopo l'inchiesta statunitense che ha scoperchiato lo scandalo, ha ammesso che 11 milioni di auto sono equipaggiate in tutto il mondo del software e, di queste, 2,8 milioni sono in Germania. Bild am Sonntag ha scritto che la Bosch, la società tedesca che aveva fornito il software, aveva avvertito la Volkswagen nel 2007 che era utilizzabile solo per i test e che l'installazione sulle vetture sarebbe stata "illegale".

RENZI - "Non sono cosi' preoccupato per la crescita". Cosi' Matteo Renzi, a New York, risponde a chi chiede se lo scandalo Volkswagen possa avere ripercussioni sulla crescita italiana. ''E' una truffa e come tale andrà punita'', dice il premier che assicura: "La crescita italiana e' nelle mani degli italiani".

IMBARAZZO PER CAMERON - Se dipendesse dal governo britannico la Volkswagen avrebbe potuto continuare indisturbata ad alterare i test sulle emissioni dei gas di scarico degli 11 milioni di sue vetture diesel 'truccate'. Londra ha chiesto ai suoi europarlamentari di votare "no" quando a fine ottobre saranno chiamati ad esprimersi sulla direttiva europea che prevede controlli più severi, o meglio, "effettuati nelle reali condizioni di marcia", sugli scarichi dell auto. E' quanto emerge da un documento segreto del ministero dei Trasporti di Londra ottenuto dall'Observer, l'edizione domenicale del Guardian.

Testo che 'consiglia' vivamente agli eurodeputati di Sua Maestà di esprimersi contro la nuova legge che obbligherebbe i singoli Pesi membri ad effettuare controlli sui gas di scarico su strada, in condizioni di marcia reali, e non più sui rulli dentro un'officina.

Test che si limitano a simulare la realtà e i cui risultati possono essere alterati, per far sembrare un'auto ben 40 volte meno inquinante di quanto non sia. Si tratta dei test che Volkswagen è riuscita a truccare installando - a totale insaputa dei clienti ma con piena consapevolezza della casa di Wolfsburg - un marchingegno ed un software su ben 11 milioni di veicoli diesel.

Intanto oltre alla montagna di miliardi di euro, tra multe e risarcimenti, che Volkswagen dovrà pagare per aver truccato i test delle sue auto diesel, un altro duro colpo, di minor impatto immediato ma dalle possibili conseguenze devastanti nel medio-lungo periodo, le viene inflitto dalla Bce. Il Sunday Times rivela che l'istituto guidato da Mario Draghi ha congelato temporaneamente l'acquisto dei pacchetti di finanziamenti per l'acquisto di auto Volkswagen che il braccio economico della casa automobilstica garantiva ai clienti che compravano le vetture a rate o in leasing. In sintesi i 'finanziamenti' dei clienti Volkswagen non entreranno più a far parte dei 60 miliardi di euro di titoli acquistati ogni mesi dalla Bce nel cosiddetto "quantitative easing" all'europea.

Questo inevitabilmente aumenterà i costi di finanziamento di Volkswagen e quindi le sue auto costeranno di più - sempre che Wolfsburg non voglia accollarsi la differenza riducendo i suoi margini - rispetto a quelle di altre marche concorrenti. La mossa della Bce potrebbe contribuire ad un declassamento di Volkswagen da parte della grandi agenzie di rating: Moody's, Standard and Poor's e Fitch.