Economia
Volkswagen, corsa contro il taglio del rating. Allo studio la chiusura di alcune fabbriche

La cura Mueller per Volkswagen passa per un pesante taglio dei costi. Dopo aver annunciato che la casa automobilistica tedesca darà il via ai richiami per tutte le 11 milioni di auto diesel interessate dallo scandalo della centralina truccata, i vertici del gruppo hanno aperto il fascicolo dei risparmi per fronteggiare l'enorme esborso di denaro che fra multe, class action e richiami potrebbero superare i 6,5 miliardi di euro accantonati dall'azienda per voltare pagina.
Così, secondo alcune fonti vicine alla Volkswagen, il consiglio di sorveglianza sta esaminando misure di tagli dei costi, tra cui anche lo stop di alcun impianti. Il pericolo è quello di incappare in un downgrade da parte delle agenzie di rating, taglio del merito di credito che alzerebbe il costo dei finanziamenti, rendendo così difficili le misure di riparazione dopo lo scandalo. Un effetto domino assolutamente da evitare e che spiega come mai il rating rappresenta la prima preoccupazione dei membri del consiglio di sorveglianza.
Ieri sono partite le proteste di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari e che finora non aveva commentato. Anche i rivenditori si sentono parte lesa del dieselgate. “Qualcuno ha giocato sporco, ha truffato”, ha detto il presidente Filippo Pavan Bernacchi. “Ma è importante dire che le parti lese sono i clienti, gli Stati, ma anche i dipendenti del gruppo tedesco onesti, quasi la totalità, e i concessionari. Auspichiamo che cadano immediatamente le teste di tutti quelli che hanno posto in essere questa truffa, o che sapevano e non hanno denunciato, e siamo sicuri che il gruppo tedesco darà risposte tempestive e concrete ai danneggiati”, perché “la bontà di un’azienda, o come in questo caso di una multinazionale, si misura proprio quando deve affrontare un grosso problema. E il gruppo tedesco verrà giudicato sulle ‘soluzioni’ che verranno messe in campo d’ora in avanti”.
Volkswagen ha fatto sapere che in Francia sono 948.064 i veicoli che montano il software truffaldino che riduce le emissioni. Si tratta di 574.259 Volkswagen, 93.388 Seat, 189.322 Audi e 66,572 Skoda, oltre che 24.523 veicoli commerciali. I possessori saranno contattati “rapidamente nei prossimi giorni”, ha fatto sapere un portavoce, e la società metterà a disposizione un numero di telefono apposito per avere informazioni sui richiami. I veicoli presenti sul mercato britannico che potrebbero essere coinvolti nello scandalo sono invece quasi 1,2 milioni: lo riconosce la stessa casa tedesca citata dalla Bbc, impegnandosi a fornire a breve i numeri d’identificazione dei veicoli in modo che concessionari e officine possano richiamare i proprietari per controlli e interventi del caso. Circa 94mila auto sono poi coinvolte in Portogallo, stando ai media locali che citano Siva, rappresentante di diversi marchi tra cui Skoda e Audi.
Intanto, mentre le autorità australiane hanno fatto sapere di essere orientati a infliggere una multa di circa 1,1 milioni di dollari australiani (780 mila dollari Usa) per ciascun 'defat device' installato da Volkswagen (sono circa 50 mila le auto VW interessate circolanti in Australia), il Codacons ha notificato ieri la prima class action italiana contro Volkswagen dinanzi al Tribunale di Venezia, territorialmente competente avendo Volkswagen Group Italia Spa sede a Verona, e l’azienda dovrà comparire davanti ai giudici il prossimo 11 febbraio per rispondere delle richieste risarcitorie.
Tutti i proprietari di vetture del gruppo Volkswagen coinvolte nello scandalo, spiega l’associazione, possono formalmente preaderire alla class action, in attesa della pronuncia del Tribunale sulla ammissibilità, compilando i moduli pubblicati sul sito www.codacons.it, e chiedere il risarcimento dei danni subiti in relazione agli illeciti subiti, alla perdita di valore dell’automobile, al danno esistenziale da inquinamento involontario, ad eventuali richiami delle vetture e altro, per un importo compreso tra 10mila e 50mila euro ad automobilista.