Webuild torna all'utile, portafoglio ordini sopra i 47 mld - Affaritaliani.it

Economia

Webuild torna all'utile, portafoglio ordini sopra i 47 mld

WeBuild torna all'utile

Webuild archivia il primo semestre dell'esercizio all'insegna di un ritorno all'utile, pari a 64 milioni, rispetto alla perdita dello stesso periodo del 2021, e di una crescita dei ricavi e redditività. I risultati approvati dal cda del gruppo mostrano ricavi adjusted pari a 3.873 milioni (3.129 milioni nel primo semestre 2021), e segnano una crescita su base annua di 744 milioni pari al 24%. I principali contributi sono riferibili allo sviluppo delle attività operative in Italia, che beneficiano, tra l’altro, dei positivi effetti derivanti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, tra cui l’Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria Milano-Genova, Napoli-Bari e Verona-Padova, oltre che ad alcuni grandi progetti all’estero tra cui, in particolare, le commesse negli Usa della partecipata Lane, l’impianto idroelettrico Snowy 2.0 in Australia, il progetto ferroviario Hurontario Light Rail in Canada, la diga di Koysha in Etiopia e la linea ferroviaria NykirkeBarkaker in Norvegia.

Cresce la redditività: l'ebitda adjusted si attesta a 251 milioni (€189 milioni), mentre l’ebit adjusted è pari a €124 milioni (€91milioni). L’incremento dell’ebit adjusted pari a €34 milioni conferma l’attesa redditività dei progetti in portafoglio che è stata preservata anche grazie all’utilizzo di strumenti di “pass through” e mitigazione dei rischi in contratti che vedono come controparte prevalentemente enti pubblici. I nuovi contratti acquisiti o progetti per cui il gruppo è risultato miglior offerente, da inizio anno, ammontano a complessivi 8,1 miliardi, ed includono opere dal rilevante contenuto ingegneristico e di valore strategico per i territori di riferimento, come il progetto ferroviario Inland Rail in Australia, o anche la realizzazione della Strada A303, vicino Stonehenge, nel Regno Unito, progetto al cui servizio il Gruppo potrà mettere il track record maturato in ambito di salvaguardia di patrimoni archeologici. Lo comunica il gruppo che ha approvato i risultati del primo semestre dell'esercizio.

Il portafoglio ordini al 30 giugno 2022 si attesta a 47,2 miliardi, di cui 38,5 miliardi relativo a construction, coprendo circa il 95% dei ricavi target per il 2022-2024, ben bilanciato in geografie a basso rischio quali Italia, paesi dell’Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti ed Australia - paesi che costituiscono circa il 74% del backlog. In Italia, dove Webuild è il principale player del mercato, sono attesi circa 16 miliardi di ulteriori investimenti in grandi opere finanziati dal PNRR, di cui 2,7 miliardi con i tender già in corso. La qualità del portafoglio ordini, il lavoro svolto in partnership con i propri clienti e la filiera, come anche l’efficacia nella gestione dei contratti, della supply chain e il piano di cost savings in corso di attuazione, si sono confermati come leve di crescita e resilienza, consentendo di contrastare l’impatto delle dinamiche inflattive.

Webuild conferma le guidance per il 2022 alla luce dei risultati del primo semestre 2022 che "dimostrano ancora una volta la resilienza e la solidità del Gruppo, nonostante le tensioni geopolitiche, in misura inferiore gli effetti della crisi pandemica da Covid 19 e l’incremento generalizzato dei prezzi delle principali materie prime". Per fronteggiare quest’ultimo aspetto, il Gruppo si avvale, a livello internazionale, di clausole di mitigazione dei rischi previste nei contratti redatti secondo gli standard “Fidic”; mentre in Italia, con il Decreto Aiuti sono stati stanziati oltre €10 miliardi fino al 2026 a copertura delle compensazioni per l’adeguamento prezzi, a supporto dei progetti in corso e delle nuove gare.

Al netto di effetti ad oggi non prevedibili, derivanti da eventuali ricadute dell’emergenza sanitaria e dall’inasprimento del conflitto militare tra Russia e Ucraina - dove il Gruppo non è presente - l’execution dei progetti in corso, l’importante portafoglio ordini e la crescente domanda nei mercati core di infrastrutture sostenibili consentono di confermare la guidance finanziaria per il 2022: book to bill: >1,0x medio nel periodo 2022-24; Ricavi: 7,0 -7,5 miliardi, coperti interamente dall’attuale backlog; Ebitda margin: 7-7,5%, supportato dal processo di efficientamento dei costi già in atto; mantenimento di una posizione finanziaria netta positiva.