Se Renzi piange, Merkel non ride. Crolla la fiducia nella Cancelliera
Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)
Se Renzi piange in Italia, la Merkel certo non ride in Germania. I leader dei due paesi - in lite fra loro soprattutto per i 3 miliardi da dare alla Turchia - sembrano muoversi di pari passo, in attesa del delicatissimo faccia a faccia in programma il 29 gennaio a Berlino. Il premier italiano ha subito un forte calo negli indici di popolarità ed è alle prese con diverse grane (da Banca Etruria al referendum sulle trivelle), esattamente quello che sta accadendo alla Cancelliera. Il tasso di approvazione di Angela Merkel è infatti sceso del 2,5% nell'ultima settimana, arrivando al minimo storico del 32,5% (lo rivela un sondaggio dell'Insa). "C'e' un chiaro trend contro l'Unione nel paese - ha spiegato il direttore dell'agenzia di statistica, Hermann Binkert, al tabloid tedesco Bild -. Il tempo per invertirlo prima delle elezioni di marzo si sta esaurendo". Il sondaggio rileva anche che altri partiti importanti hanno migliorato le loro performance. I partner della coalizione del cancelliere Merkel, i social-democratici dell'Spd, sono cresciuti dell'1% arrivando al 22,5% (restando comunque al di sotto del dato delle Politiche del 2013); aumentata della stessa cifra anche la destra di Alternative für Deutschlan, che arriva al massimo storico del 12,5% confermandosi nettamente come terza forza politica tedesca. I liberali dell'FDP continuano la loro ripresa al 6,5%.
AfD punta chiaramente a ridiscutere i trattati europei, introducendo un euro forte per le economie del Nord Europa e una debole per i paesi del Mediterraneo (Italia compresa). Ma è soprattutto il tema dei migranti a spingere le formazioni tedesche di destra. Pegida, il movimento anti-Islam, sta raccogliendo sempre nuovi simpatizzanti. E anche AfD chiede il superamento del Trattato di Schengen (e non solo la temporanea sospensione come deciso dalla Cancelliera). I tragici fatti di Colonia, e di tante altre città tedesche, hanno impresso un netto cambiamento nell'opinione pubblica. La Merkel ha così dovuto inseguire l'onda e passare da 'Madre Angela di Berlino' (soprannome datole per l'accoglienza ai profughi) a Cancelliera di ferro, varando in fretta e furia misure rigide per l'espulsione dei migranti che commettono reati. Decisione che non ha comunque sortito alcun risultato nei sondaggi. Anzi...
La Grande Coalizione di Berlino è sempre più spaccata con i bavaresi della Csu che chiedono il pugno di ferro e la sinistra dell'Spd che non vuole inseguire le destre. La Merkel è in mezzo e in balia degli eventi. L'impressione è che la politica tedesca sia a un passo dall'implosione. L'unico dato che ancora consente alla Germania di non "esplodere" è la crescita economica positiva, con una disoccupazione ai minimi dalla Riunificazione del 1990. Ma anche su questo fronte, in realtà, ci sono molte ombre. I nuovi posti di lavoro, specie all'Est, sono quasi tutti precari e a tempo determinato. Una mina sulla poltrona della Cancelliera, che - stando ad alcune indiscrezioni che circolano a Berlino - potrebbe anche decidere di dimettersi (come le ha caldamente consigliato il New York Times) qualora la situazione dell'ordine pubblico e del controllo dell'immigrazione non migliorasse. Se poi anche l'economia dovesse tornare a peggiorare il terremoto politico a Berlino sarebbe davvero vicinissimo.