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Esteri
Apartheid globale: così gli Usa stanno cambiando l'ordine mondiale

Quello in atto è un piano, l'apartheid globale, sapientemente prodotto e governato attraverso guerre e migrazioni pianificate per edificare il nuovo ordine mondiale della Globalizzazione: l'obiettivo di fondo è aprirsi una via diretta e senza ostacoli verso l'Asia, India e Cina in particolare.
L'economista Bruno Amoroso poco incline agli usuali giri di parole va subito al sodo della questione, la crisi economico-finanziaria che sta producendo diseguaglianze e povertà, e chiama in causa la prima potenza mondiale: gli Usa quale regista, insieme ai fidi alleati Israele in primis, più Francia, Germania e Inghilterra etc, di quel sta avvenendo in Medio Oriente, la guerra interna, gli uni contro gli altri, Libia, Egitto, Siria e Iran.
La 'destabilizzazione' del Medio Oriente serve, è la tesi di Amoroso, insieme all'indebolimento dell'asse Mosca-Teheran, per poter arrivare direttamente nel cuore dell'Asia, in quei paesi ad alta produzione industriale, India e soprattutto la Cina: in ballo c'è la ripartizione delle risorse e della ricchezza mondiale.

In questo apartheid globale, l'Europa, teatro di attentati in casa, c'è dentro fino al collo: "il Vecchio Continente è tornato a essere quel coacervo di paesi militarmente ed economicamente imperialisti: la guerra e la povertà che l'Europa ha esportato nel mondo almeno da due secoli gli sono tornate indietro. Far finta di nulla, negare quel che è sotto gli occhi di tutti, non è la soluzione. Ci vuole ben altro che gli appelli, cui tra l'altro non crede più nessuno, agli Stati Uniti d'Europa di cui mi pare si faccia ora paladino Yanis Varoufrakis come un tempo fece Altiero Spinelli", prosegue è l'economista allievo di Federico Caffè: tra fine maggio e inizio giugno uscirà per Castelvecchi una sua autobiografia romanzata come fece nel 2012 con 'Le riflessioni della stanza rossa' per raccontare gli incontri diretti e personali con il suo maestro, quel Federico Caffè che negli anni '70 voleva chiudere la borsa, specie nei periodi di grosse turbolenze, in quanto posto e luogo prediletto degli 'incappucciati', i predatori dei risparmi della gente.

Dunque, l'iniziativa, Diem25, dell'ex-ministro dell'economia del Governo greco di Alex Tsipras, non convince Amoroso. "A parte il progetto politico, dove sono i grandi movimenti popolari, i sindacati, i giovani, il popolo? Non vi è traccia: come si puo' pensare che basti un'alleanza, una convergenza tra intellettuali e politici diciamo progressisti del Vecchio Continente, per cambiare le politiche di austerità? Le sinistre europee purtroppo hanno perso la grande occasione storica di agganciare i movimenti popolari, come gli indignados, Syriza, il M5S, per immergersi in essi, smettandola con lo schema anacronistico di comunisti e socialisti etc, e costruire così un progetto di alternativa". Un patto tra i paesi del Sud, Grecia, Italia, Spagna e Portogallo, per condizionare i potenti del Nord, con a capo la Germania.

E invece di lavorare in questa direzione, un patto tra i paesi del Sud, Grecia, Italia, Spagna e Portogallo, per condizionare i potenti del Nord, con a capo la Germania, che è la sola, secondo Amoroso, in grado di contrastare e condizionare l'establishment di Bruxelles, Varoufakis che fa? "Chiama a raccolta l'intellighentia progressista senza curarsi troppo vuoi della credibilità vuoi di una certa demarcazione tra destra e sinistra. E così imbarca un tal Toni Negri, uno che è ariconto è sempre disponibile", chiosa l'economista.

La saldatura tra progetto politico e movimento popolare insomma è assente, non c'è. "La storia ci parla delle occasioni perse dalle sinistre: e questa è un'altra mentre sullo sfondo soffiano venti di guerra per il controllo e la ripartizione delle risorse e della ricchezza: a vincere sono ancora una volta l'industria militare, soprattutto degli Usa, che si sono fatti gendarme in difesa dei valori occidentali e la trasnazionali che rapinano il contrinente africano o destabilizzano l'America Latina. Bernie Sanders? Anche Obama veniva presentato come socialista, ma non è cambiato nulla negli Usa: la forma mentis di sentirsi i dominatori del mondo che esportano la democrazia con le bombe è così strutturata da esser difficilmente scalfibile", precisa Amoroso.

Quel che resta, in questo scenario di occasioni perse e guerre dietro l'angolo di casa che alimentano migrazioni continue e previste, è non cedere alla rassegnazione, ma, come diceva Antonio Gramsci, "anche quando tutto sembra perduto bisogna rimettersi tranquillamente all'opera ricominciando dall'inizio". Ossia dallo studio, dalla ricerca, dalla dialettica, dal confronto con gli altri: "è quel che dico sempre ai tantissimi studenti che ho il piacere d'incontrare" conclude l'autorevole economista che rimanda alla imminente autobiografia in uscita: quella di un comunista eretico che non si sente un eroe sconfitto, nè è tanto meno un comunista pentito.

Carlo Patrignani

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