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Esteri
Capitol Hill, desecretati documenti su Trump alla Casa Bianca
Assalto al Congresso Usa 6 gennaio

Capitol Hill, i documenti della Casa Bianca che potrebbero coinvolgere Donald Trump nell'attacco possono essere rilasciati per le indagini

Questa è la decisione di un giudice federale degli Stati Uniti. Il giudice ha respinto la richiesta di Donald Trump di blocco della consegna delle registrazioni di comunicazioni e incontri tra la Casa Bianca e i suoi consiglieri nelle ore prima, durante e dopo l’insurrezione e ha stabilito il rilascio dei documenti alla commissione del Congresso che indaga sulla violenza. La corte ritiene che "l'interesse pubblico consiste nel consentire - ma non ingiungere - la volontà combinata dei rami legislativo ed esecutivo di studiare gli eventi che hanno portato agli attacchi e di prendere in considerazione una legislazione per impedire che tali eventi si verifichino mai di nuovo".

Nelle 39 pagine della disposizione, la giudice ha ritenuto che i poteri di controllo del Congresso prevalessero sulla segretezza dei poteri della presidenza, soprattutto perché l’attuale presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha autorizzato la consegna delle registrazioni delle comunicazioni e dei verbali degli incontri tenuti alla Casa Bianca.    Trump si era appellato al principio del “privilegio” dell’esecutivo, per mantenere il segreto sugli atti. La commissione d’inchiesta, a maggioranza democratica, è convinta che dalle registrazioni delle comunicazioni potrebbe emerge il coinvolgimento nell’insurrezione di uomini vicini all’ex presidente, se non lo stesso Trump. Il provvedimento non significa che, automaticamente, i National Archives, che conservano i documenti, li consegneranno presto alla commissione d’inchiesta, ma adesso non ci sono ostacoli alla procedura.

Gli avvocati di Donald Trump hanno già annunciato l'intenzione di presentare ricorso contro il provvedimento. L'annuncio del giudice Chutkan arriva mentre la commissione della Camera che indaga sull'assalto del Congresso ha spiccato una nuova serie di mandati di comparizione nei confronti di collaboratori e persone vicine all'ex presidente, compresa la sua ex portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany. 

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