Esteri
Catalogna, elezioni: vince l'indipendenza
In Catalogna i partiti indipendentisti mettono a segno una vittoria a metà, un quasi trionfo che fa dire a Artur Mas che "ha vinto il sì all'indipendenza", anche se la maggioranza (risicata) dei catalani ha preferito votare partiti anti-secessione.
Il fronte pro-indipendenza (Junts pel Sì + Cup) ottiene una netta maggioranza di seggi, 72 su 135 (maggioranza 68) ma arriva al 47,8% dei voti, non ottenendo quindi quella maggioranza assoluta che sarebbe valsa la legittimità politica completa, quasi un'investitura plebiscitaria, per chiedere la secessione da Madrid.
Il fronte indipendentista puntava infatti alla doppia maggioranza, di seggi e di voti, per poter sostenere che la maggioranza dei catalani voleva dire addio alla Spagna unita. Ma questo non ferma al momento Artur Mas che, spinto dal risultato che è comunque più che positivo, commenta a caldo: "Nelle prossime settimane metteremo le basi per l'indipendenza dalla Spagna". E ancora: "Non cederemo: abbiamo vinto con quasi tutto contro, e questo ci dà una forza enorme e una grande legittimità per portare avanti questo progetto. Stiamo scrivendo la pagina più gloriosa della storia della Catalogna".
Il leader dei secessionisti radicali di sinistra del Cup, Antonio Banos, ha twittato: "Dedicato allo Stato spagnolo: senza rancore, adios!", accompagnando il messaggio con la canzone dei Los Ronaldos "Adios Papa".
Da Madrid, si rivendica invece come la maggioranza dei catalani abbia detto No all'indipendenza, votando per liste diverse da Junts pel Sì e Cup. E il Partido Popular del premier Mariano Rajoy ha twittato: "Continueremo a garantire l'unità del Paese".
Ciudadanos si attesta come seconda lista e scalza i due partiti 'classici' della politica spagnola, che ottengono percentuali basse, peggiori anche del voto del 2012. Il Partito socialista (Psc-Psoe) è sotto il 13%, e perde due punti in tre anni; il Partito popolare (Pp) di Mariano Rajoy, al governo a Madrid e maggioranza assoluta alla Camera, non tocca il 9%, perdendo quasi 5 punti.
A votare in maniera nettamente contraria alle ipotesi indipendentiste è stata soprattutto la provincia di Barcellona, dove JxSì si ferma intorno al 36%, contro il 41 di Tarragona e oltre il 50 sia a Girona che a Lleida.
Da sottolineare inoltre gli equilibri nella nuova coalizione indipendentista: la nuova sigla politica Junts pel sì, composta da Convergencia Democrática de Cataluña e Esquerra Republicana de Catalunya, correvano divise nel 2012. Tre anni fa Cdc era al voto con Unió Democràtica de Catalunya, che oggi è andata da sola (2,5%). Queste tre sigle, sommate, hanno perso poco più di 2 punti percentuali in tre anni, mentre a guadagnare nettamente è stato proprio il Cup, che ha più che raddoppiato i consensi, da 3,4% a 8,2%. Il Cup ora dovrà negoziare con Mas la formazione di un governo indipendentista, e potrà farlo con più forza.
Nel voto per le regionali, Junts pel Sì e la Cup (i due partiti che sognano l'addio alla Spagna unita) hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi e sfiorato quella dei voti. Ora provare a imporre una secessione da Madrid è difficile, con la maggioranza (seppur appena sopra il 50%) dei cittadini che ha votato per partiti contrari all'indipendenza, non sarà semplice come Artur Mas sognava
I dati reali sono stati leggermente peggiori di quanto previsto dagli exit poll, pubblicati dalla tv locale TV3, secondo cui Junts pel Sì e Cup avrebbero ottenuto il 49,8% dei voti. La vittoria del fronte localista-indipendentista era fuori dubbio, la chiave del voto era capire se i partiti favorevoli a una secessione ottenessero o meno la maggioranza di seggi. Bisognerà vedere se Mas avrà o meno la volontà e la forza di innescare la richiesta di indipendenza, richiesta che avrebbe esiti incerti per la Spagna unita.
Da Barcellona a Lleida, da Girona a Tarragona, oltre 4 milioni di catalani hanno votato per un'elezione regionale fondamentale per le aspirazioni indipendentiste dei partiti catalani. E hanno votato in massa: l'affluenza ai seggi è stata del 76,9%, oltre 7 punti percentuali in più rispetto alle ultime elezioni regionali. Davanti ai seggi elettorali si sono create lunghe code. "Non si è mai vista una tale affluenza", ha detto una scrutatrice in un seggio di Barcellona. Nella sede elettorale di Sant Marti, sempre a Barcellona, l'attesa è stata tanto lunga che un uomo è svenuto.