Coronavirus, i rischi di contagi crescono negli ambienti chiusi - Affaritaliani.it

Esteri

Coronavirus, i rischi di contagi crescono negli ambienti chiusi

di Daniele Rosa

Al momento in America l’aria condizionata non sembra essere vettore di virus.

Negli Stati Uniti l’aria condizionata fa parte del DNA delle persone e, specialmente in agosto, è un qualcosa che convive 24 ore su 24 in ogni posto che abbia un tetto e quattro mura attorno. E’ chiaro quindi che in questa pandemia che sta colpendo duro tutto il Paese molti si sono fatti la stessa domanda: ma l’aria condizionata è  un vettore di trasmissione del virus oppure no?

Ancora la scienza non è riuscita a rispondere pienamente a questo quesito con grandi sospiri di sollievo di tutti i proprietari di ambienti coperti, dagli aeroporti fino ai supermarket.

L’effetto ‘droplet’, la trasmissione via aerea, è considerato il più comune vettore di trasmissione: le goccioline di virus escono attraverso il respiro da naso e bocca da un individuo infetto quando respira, parla, tossisce o starnutisce. Queste goccioline normalmente si disperdono nel raggio di pochi metri dalla persona che le espelle. Ma se entrano in contatto con gli occhi, il naso o la bocca di qualcuno, possono trasmettere il virus.

Poi c'è la trasmissione cosiddetta in ‘aerosol’, quando cioè una persona infetta rilascia particelle infettive microscopiche così leggere da rimanere nell'aria e diffondersi da persona a persona attraverso le correnti d’aria. Poichè queste particelle sono molto più piccole delle ‘droplet’ possono viaggiare per larghe distanze ed infettare persone lontane.

E’ ancora aperto il dibattito tra gli scienziati su quale sia la distanza di sicurezza per evitare il contagio da aerosol. Ma quasi tutti sono concordi che la trasmissione sia più facile nei luoghi chiusi.

Di conseguenza esiste la possibilità che l’aria condizionata possa essere un potenziale veicolo di trasmissione. Non si puo’ nascondere il rischio che in una stanza sia pericoloso per i presenti aspirare le particelle virali emesse da una persona infetta e poi a propria volta espellere quelle particelle infettive nella stessa stanza o in ambienti comunicanti.

Questa trasmissione avviene ed è riconosciuta per malattie come tubercolosi, morbillo, varicella, influenza, Sars e vaiolo. I virus si diffondono attraverso sistemi di riscaldamento, ventilazione e aria condizionata. Ma al momento tutti i ricercatori sembrano essere ancora d’accordo nel dire che non ci sono abbastanza studi sui sistemi di ventilazione per dire che siano del tutto pericolosi o del tutto innocui per quanto riguarda il Coronavirus. ’Non ci siamo concentrati abbastanza sugli effetti della ventilazione’ hanno confermato dall’Harvard Medical School.

In uno studio, disponibile online e non sottoposto a revisione scientifica, ricercatori dell'Oregon hanno raccolto campioni da vari luoghi all'interno del sistema di aria condizionata di un ospedale e hanno trovato materiale genetico da SARS-CoV-2, il virus causa del Covid-19. Questo potrebbe dimostrare che il virus si muove attraverso l’aria condizionata. Tuttavia, i ricercatori non hanno capito se il materiale genetico trovato potesse essere in grado di diffondere il contagio e soprattutto non hanno trovato casi di COVID-19 confermati associati ai campioni riscontrati nei sistemi di ventilazione. Al momento quindi non ci sono evidenze documentate di trasmissione di Covid attraverso l’aria condizionata.

'Il rischio maggiore-sostiene Edward Nardell, professore di salute ambientale e immunologia e malattie infettive presso la Harvard Medical School- è che il caldo esterno induca le persone a cercare il comfort dell'aria condizionata all'interno. E all'interno, c'è meno ventilazione e più possibilità di diffondere la malattia. Non è il condizionatore d'aria il colpevole. il problema è che ci si trova in casa, magari senza distanza di sicurezza e si respira aria emessa da persone troppo vicine’. Nardell ha riconosciuto che ‘quando si chiudono le porte e le finestre per mantenere l'aria calda all'esterno, si sta essenzialmente eliminando il flusso di aria fresca e questo fa si che tutti nella stanza respirino e respirino di nuovo la stessa aria. Sana o meno è tutto da vedere. Se qualcuno nella stanza è infetto da COVID-19, sta espirando il virus, che può rimanere nelle goccioline trasportate dall'aria ed essere inalato da un'altra persona, causando potenzialmente l’infezione’. Mentre invece se all’esterno si è vicini ad una persona infetta che ha emesso particelle virali il volume d’aria è molto superiore e puo’ disperdere con più facilità e più velocità le particelle infette riducendo il rischi di nuovi contagi. Questo è il motivo per cui gli esperti di malattie infettive considerano le riunioni e le attività all'aperto meno rischiose di quelle al chiuso (sebbene non del tutto prive di rischi). Quindi al momento aria condizionata assolta, con riserva. Colpevoli ad oggi i luoghi chiusi.