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Esteri
Coronavirus, Johnson ci ripensa. Il Regno Unito verso la chiusura

Aumentano i contagi in Inghilterra

Il coronavirus si sta diffondendo anche in Inghilterra dove il premier Johnson, dopo aver minimizzato il problema, è costretto a tornare sui suoi passi e consigliare agli inglesi di evitare i contatti, rinunciare agli spostamenti non necessari e lavorare da casa quando possibile.

Johnson cambia strategia

Nelle ultime 24 ore, in Inghilterra si sono registrati 171 nuovi contagi, portando il totale a 1.543, di cui almeno 40 decessi. È per questo che il premier britannico, in una conferenza stampa, ha annunciato alla popolazione: ""Ora è il momento per tutti di evitare i contatti non essenziali e di fermare tutti i viaggi non indispensabili. Da ora dovete evitare pub, teatri, club e altri luoghi di ritrovo".

Ha poi aggiunto che chi può deve iniziare a lavorare da casa, e chi è stato a contatto con un malato deve autoisolarsi per 14 giorni. La chiusura delle scuole non è ancora scattata, ma “non è esclusa”, come ha chiarito il consulente che ha accompagnato Johnson in conferenza stampa, Sir Patrick Vallance.

Non ci sarà nessuna ordinanza né misura penale per far seguire tali indicazioni, ma si tratta di una "forte raccomandazione" delle autorità, ha precisato il capo di Downing Street, rivolgendosi in particolare ai soggetti più vulnerabili, ultrasettantenni, donne incinte e persone con malattie pregresse.

Il Paese si sta avvicinando alla fase di "crescita rapida" della curva dei contagi, con i casi che dovrebbero raddoppiare ogni cinque giorni; da qui, l'esortazione a tutti a rimanere a casa per 14 giorni se un membro della famiglia mostra sintomi come tosse o febbre. A preoccupare soprattutto è Londra, che si trova avanti rispetto alle altre zone del Paese.

Nonostante il covid-19, le scuole restano aperte

Nessuna novità invece per le scuole che resteranno aperte: come ha ribadito il consigliere medico del governo, Patrick Vallance, "la chiusura delle scuole non e' stata esclusa", ma bisogna adottare le misure al momento giusto. Linea confermata da Johnson, che su questo tema è stato messo sotto forte pressione dall'opinione pubblica, ulteriormente preoccupata dopo che un documento segreto redatto dal Public Health England (PHE) per il sistema sanitario nazionale (Nhs), trapelato sulla stampa, ha ipotizzato che la pandemia di Covid-19 potrebbe durare fino alla primavera del prossimo anno, contagiare anche l'80% della popolazione nei prossimi dodici mesi e costringere 7,9 milioni di pazienti al ricovero in ospedale.

Numeri da brividi ai quali si è sommato l'appello di duecentocinquanta scienziati che hanno chiesto a BoJo un urgente cambio di strategia contro il coronavirus e di imporre misure drastiche di 'distanziamento sociale' come quelle adottate da altri Paesi europei. A questi, si sono aggiunte le 600 mila firme a favore della petizione che chiede al governo di chiudere scuole e università e le 50 mila persone che hanno aderito all'istanza che chiede di sottoporre medici e infermieri al test per il coronavirus se mostrano sintomi.

Al momento, le direttive governative prevedono il tampone solo per i pazienti che richiedono il ricovero in ospedale ma non per coloro che lavorano per il sistema sanitario.

Intanto, le principali compagnie aeree dell'isola - British Airways, Ryanair, EasyJet e Virgin Atlantic - hanno lanciato l'allarme, annunciando una riduzione drammatica delle operazioni con tagli fino all'80% dei servizi, mentre la borsa di Londra ha chiuso con un calo del 4,71%. Questa pandemia "sarà potenzialmente un duro colpo per l'economia", ha ammesso Johnson, convinto però che "se possiamo appiattire quel picco, non c'è motivo per cui l'economia globale non possa tornare a ruggire".

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