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Esteri
Covid-19, anche negli Usa vaccinazioni al rallentatore

Joe Biden lo ha promesso: nei primi 100 giorni dalla sua investitura cercherà di vaccinare 100 milioni di americani. Un grande obiettivo che, al momento, il suo precedessore proprio non riesce nemmeno ad immaginare.

Infatti mentre il virus continua a picchiare duro, negli States avanzano le vaccinazioni contro il Covid-19, ma con ritardi inaspettati sul programma di marcia. Le cause, secondo i sanitari, sono essenzialmente tre : le tempeste di neve, le vacanze natalizie ed una generale inesperienza su una nuova logistica davvero sfidante.

Il governo federale aveva immaginato di poter vaccinare con il vaccino Pfizer/BioNtech almeno 20 milioni americani entro la fine dell’anno.

Il generale dell'esercito americano Gustave F. Perna, direttore operativo dell'operazione Warp Speed, e Moncef Slaoui, consigliere capo per la logistica delle vaccinazioni in tutto il paese hanno detto che sono stati distribuiti circa 14 milioni di dosi di vaccino, ma solo 2,1 milioni di persone lo avevano ricevuto.

Il processo di vaccinazione è iniziato il 14 dicembre con gli operatori sanitari in prima linea.

Il numero di persone vaccinate secondo Perna contrasta però con i dati dei Centers for Disease Control and Prevention. L’agenzia ha affermato che più di 12,4 milioni di dosi di vaccini a due dosi di Pfizer e Moderna erano state distribuite in tutto il paese. Ma il CDC riferisce che solo 2,7 milioni di persone sono state vaccinate.

In ogni caso il numero di americani vaccinati dal Coronavirus è molto inferiore rispetto a quello che tutti avevano immaginato e sperato.

"Sappiamo che si potrebbe fare meglio e stiamo lavorando duramente per rendere questo obiettivo reale" ha detto Slaoui.

Più di 340.000 americani sono morti a causa della pandemia e la sanità americana teme che il mese di gennaio possa essere il peggiore in termini di mortalità dall’inizio della pandemia.

Il lancio del vaccino è stato impegnativo, ma i funzionari sono convinti che tra l'8 gennaio e il 15 gennaio ci sarà un aumento notevole di accessi ai vaccini.

Nonostante i rallentamenti iniziali, Perna e Slaoui, hanno lodato lo sforzo enorme di stati,  governi locali, di ospedali, aziende farmaceutiche e società di consegna per gestire il complesso programma di immunizzazione.

Il presidente Trump ha criticato i funzionari statali per il ritardo e in uno dei tanti tweet li ha esortati a muoversi. E forse in alcuni casi aveva pure ragione. Nel suo stato infatti, la Florida, uno dei più colpiti, sono successi alcuni fatti complicati ed imprevisti. Ad esempio in una contea del sud-ovest della Florida gli over 65 e gli operatori sanitari in prima linea sono stati incoraggiati a recarsi in uno dei suoi sette siti di vaccinazione senza alcun bisogno di fissare appuntamenti. Peccato che ogni sede aveva soltanto 300 dosi, e il risultato è stato che i centri sanitari sono stati sopraffatti e diversi residenti sono rimasti accampati ad attendere il vaccino.

A chi troppo poco e a chi troppo. In Wisconsin invece un impiegato del centro medico ha intenzionalmente lasciato 57 fiale del vaccino Moderna fuori dalla cella frigorifera  e questo, purtroppo, ha danneggiato irreparabilmente tutte le 500 dosi.

Insomma anche nella grande America le operazioni di vaccinazione non sono così rapide ed indolori come qualcuno vorrebbe far credere. Però pur con continui ‘stop and go’ gli americani cominciano, anche se lentamente, ad essere vaccinati. E questo è un grande segno di inizio della fine di una drammatica pandemia.

 

 

 

 

 

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