Esteri
Crisi Egitto-Israele: il Cairo non accetta l'ambasciatore. Media: piano Usa con la presenza di Hamas nel governo a Gaza
Il Cairo ha deciso di non nominare un nuovo ambasciatore a Tel Aviv dopo che lo Stato ebraico ha annunciato l'intenzione di estendere i combattimenti contro Hamas nella Striscia

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Crisi Egitto-Israele: il Cairo non accetta l'ambasciatore
Tensione Egitto-Israele su Gaza. Il Cairo ha deciso di non nominare un nuovo ambasciatore a Tel Aviv dopo che lo Stato ebraico ha annunciato l'intenzione di estendere i combattimenti contro Hamas nella Striscia. Inoltre non ha concesso le credenziali all'ambasciatore israeliano designato in Egitto, Uri Rotman, che è stato recentemente nominato e che si trova ancora in Israele. La tv israeliana Channel 12 intanto, citando fonti saudite, riferisce che gli Stati Uniti avrebbero proposto ad Hamas un accordo che prevede la partecipazione della fazione nel nuovo governo di Gaza. La proposta americana, secondo le indiscrezioni non confermate, include un piano che inizierebbe con il rilascio di 10 ostaggi israeliani in cambio di un periodo di cessazione delle ostilità.
La diretta
Crisi Egitto-Israele
Una fonte del ministero degli Esteri egiziano ha dichiarato a Ynet che il Cairo ha deciso di non nominare un nuovo ambasciatore a Tel Aviv, dopo che Israele ha annunciato la sua intenzione di estendere i combattimenti contro Hamas nella Striscia di Gaza nell'ambito dell'operazione Carri di Gedeone. Ha inoltre osservato che è stato deciso di non approvare la concessione delle credenziali all'ambasciatore israeliano in Egitto, Uri Rotman, che è stato recentemente nominato a tale incarico dal governo e che di fatto si trova ancora in Israele.
Il piano Usa per Gaza
"Gli Stati Uniti avrebbero proposto a Hamas un accordo che prevede, al termine del processo, il riconoscimento della partecipazione dell'organizzazione al governo della Striscia di Gaza". Lo riferisce Cahnnel 12 citando media sauditi. "La proposta americana include un piano che inizierebbe con il rilascio di 10 ostaggi israeliani in cambio di un periodo di cessazione delle ostilità".
Secondo quanto riferisce il canale saudita Al-Sharq, l'amministrazione americana avrebbe proposto ad Hamas un accordo articolato che prevede un cessate il fuoco iniziale e, al termine del processo, la partecipazione del movimento islamista al governo della Striscia di Gaza, a condizione che rinunci completamente all'attività militare. Stando alla fonte, il rappresentante americano Steve Witkoff ha comunicato ai mediatori che gli Stati Uniti accetteranno la presenza di Hamas in un futuro governo locale, purché l'organizzazione abbandoni il terrorismo. L'intesa partirebbe con il rilascio di 10 ostaggi israeliani in cambio di una tregua di massimo 70 giorni, periodo in cui si svolgerebbero negoziati per un'intesa più ampia. A differenza della proposta israeliana, che prevede una pausa di 45 giorni, quella americana propone un periodo di tregua più lungo. Hamas, da parte sua, ha presentato una proposta che include un cessate il fuoco permanente, il ritiro dell'Idf da Gaza, la liberazione simultanea di tutti gli ostaggi in cambio di detenuti palestinesi, e l'istituzione di un'amministrazione indipendente con pieni poteri.
Nell'ambito di questa proposta, Hamas si dice disposto ad accettare "dispositivi di sicurezza" per garantire una stabilità a lungo termine, tra cui la sospensione della produzione militare, la fine degli scavi di tunnel, l'interruzione del contrabbando e la supervisione delle armi da parte dei mediatori. Secondo le stesse fonti, diverse nazioni arabe avrebbero chiesto al presidente Donald Trump di presentare una propria iniziativa per porre fine al conflitto durante la sua visita in Medio Oriente. La proposta includerebbe: il rientro di tutti gli ostaggi, la smilitarizzazione di Hamas, un'amministrazione locale civile, l'avvio della ricostruzione e l'apertura di un percorso politico. Le fonti sottolineano che cresce l'ottimismo tra gli arabi per l'adozione americana di questi principi.
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Il Cairo ha deciso di non nominare un nuovo ambasciatore a Tel Aviv dopo che lo Stato ebraico ha annunciato l'intenzione di estendere i combattimenti contro Hamas nella Striscia.