Esteri
Guerra, dazi e terre rare: ecco come Ucraina e Ue stanno baciando il culo a Donald Trump
La dirompente determinazione del tycoon pare aver funzionato a mettere al loro posto Bruxelles e Kiev... Il commento

Ecco come Ucraina e Ue stanno baciando il culo a Donald Trump. Il commento
Marc Champion è editorialista di Bloomberg Opinion e si occupa di Europa, Russia e Medio Oriente. In precedenza, è stato capo ufficio del Wall Street Journal a Istanbul. Nel suo editoriale evidenzia, a ragione, che l'accordo di Trump e Zelensky sui minerali non appare più il terribile scandalo coloniale che veniva presentato ovunque, nei giorni precedenti. Forse è il presidente ucraino Volodymyr Zelenskij che dovrebbe scrivere libri sull'arte diplomatica.
Per un po', è sembrato che avesse commesso un enorme errore di calcolo, sottolineando le opportunità a disposizione degli alleati nello sfruttamento delle risorse naturali del suo paese. L'idea era di interessare Donald Trump, noto per la sua capacità di negoziare, alla difesa dell'Ucraina, e all'epoca sembrava un astuto stratagemma. Alla fine, ha quasi fatto saltare una relazione militare fondamentale per la sopravvivenza dell'Ucraina. Ma l'accordo, così come è stato, almeno in parte, concordato, sembrerebbe un buon salvagente.
Non abbiamo ancora il testo pubblicato e, secondo un'agenzia di stampa ucraina che ha visionato i documenti, deve ancora essere firmato un importante ulteriore protocollo "tecnico". Tuttavia, se l'accordo è come descritto sia da Ukrainskaya Pravda che da Yulia Svyrydenko, il ministro dell'Economia che ha guidato il negoziato finale, ha almeno evitato il disastro e potrebbe servire allo scopo iniziale.
I termini neo coloniali di sfruttamento, contenuti nelle bozze statunitensi precedentemente trapelate, che Trump si aspettava chiaramente che Zelenskij firmasse subito - ecco perché il presidente americano è esploso in rabbia quando ciò non è avvenuto - non ci sono più. Gli Stati Uniti non avranno giurisdizione legale sul fondo congiunto da creare, non ne avranno il pieno controllo, ma dovranno prendere decisioni per consenso con un accordo 50/50 e non saranno proprietari di alcun asset. Saranno inclusi solo gli investimenti futuri.
Le aziende statunitensi non avranno diritto di prelazione su tutti i progetti. "Infatti, l'accordo ora include una clausola che consente una revisione, qualora i termini dovessero risultare in contrasto con i requisiti di adesione all'UE" da parte dell'Ucraina - scrive Bloomberg.
Non si fa menzione dei pagamenti arretrati per coprire i precedenti aiuti di guerra statunitensi (che sono stati erogati sotto forma di sovvenzioni non rimborsabili). Le infrastrutture ucraine non saranno più incluse nel fondo. C'è un elenco di 57 minerali, incluso il gas naturale, che lo sono - ma il fondo trarrà e dividerà i ricavi solo dalle licenze di estrazione, rilasciate dopo la sua costituzione. Ciò non toglie che esse possano essere d'origine statunitense o di qualche alleato occidentale, per cui, comunque, Trump farebbe bingo.
Tale accordo potrebbe dare a Trump la copertura politica per riprendere la fornitura di armi all'Ucraina, se lo volesse, creando un meccanismo di rimborso, senza distruggere Zelenskij. "Secondo gli ucraini, gli Stati Uniti possono aggiungere future disposizioni per gli armamenti come contributi in conto capitale al fondo e possono ritirare i profitti per recuperare tali costi, dopo 10 anni" - continua l'editorialista americano. Ma Trump non vuole continuare a foraggiare di armi l'Ucraina e sta smantellando le basi di tutta Europa dai suoi soldati, che entro metà maggio dovranno tornare in patria. E' pur vero che fino ad allora, tutte le entrate andrebbero investite nella ricostruzione dell'Ucraina, quindi potrebbero rientrare alla Casa Bianca dalla finestra.
Non si può nascondere che Trump e la sua amministrazione avrebbero voluto, ufficialmente, di più. "Le bozze precedenti erano così punitive che sembravano concepite per costringere Zelenskij a rifiutarle, consentendo a Trump di interrompere le forniture di armi e costringere l'Ucraina alla capitolazione, oppure ad accettarlo e lasciarsi travolgere dall'indignazione pubblica. Questi saranno fondamentali per far accettare alla Rada e agli ucraini che questo è un accordo che li aiuterà, anziché sfruttarli. Ma sarà un compito molto arduo, perché pare soprattutto non voler far perdere la faccia a Zelenskij che dare effettivi benefici al popolo.
Infatti, non è chiaro cosa produrrà questa tumultuosa negoziazione. Sebbene proposto da Washington come un accordo per contribuire a scoraggiare la Russia, mettendo aziende e personale statunitensi sulla traiettoria di un potenziale attacco, è più realistico vedere la situazione al contrario. "Ciò che l'accordo si rivelerà essere e cosa farà, sarà determinato quasi interamente da ciò che accadrà nei colloqui di pace con la Russia e da come Trump reagirà a tali colloqui" - osserva acutamente Bloomberg.
Se la guerra dovesse concludersi rapidamente, il nuovo fondo USA-Ucraina potrebbe benissimo avere un ruolo economico da svolgere. In caso contrario, gli investimenti sono improbabili e Trump può ignorare l'accordo. In entrambi i casi, se i documenti rimanenti verranno firmati come previsto, sembra essere iniziato il percorso che crei i presupposti di un impegno internazionale per una pace duratura, con un ruolo chiave da parte degli USA ed uno, ancor più marginale, da parte della UE, che, dal canto suo, ha smesso di mostrare muscoli di cartone, proponendo all'amministrazione statunitense di accettare 30 miliardi e chiuderla qui con la guerra commerciale. Alla fine, la dirompente determinazione del tycoon pare aver funzionato nel farsi baciare il c... sia dall'Ucraina che dalla UE, in particolare sugli affari, materia in cui The Donald ha un'innata bravura e pochi eguali.