Gaza, missili su una centrale. Hamas: "Non vogliamo una tregua"
E' cominciata la quarta settimana di conflitto tra Hamas e Israele e per Gaza non c'e' tregua. I raid israeliani si sono susseguiti senza sosta (la risposta probabilmente alla morte lunedi' di 10 soldati israeliani): Israele ha messo fuori uso l'unica centrale elettrica della Striscia, raso al suolo la casa dell'ex premier del governo a guida Hamas, Ismail Haniye, e ha colpito le abitazioni di decine di altri uomini di alto profilo del movimento islamista. Si e' trattato di alcuni dei piu' pesanti bombardamenti via terra, aria e mare dall'inizio dell'offensiva israeliana. In poche ore, dalla mezzanotte, i morti sono stati 43 e i feriti si contano a decine (e dunque adesso il bilancio totale delle vittime palestinesi e' di 1.130 e 6.500 i feriti). Tra gli obiettivi colpiti gli uffici finanziari di Hamas e l'unico impianto elettrico della Striscia, che ha sospeso l'attivita' a causa dell'enorme incendio provocato dal bombardamento contro un contenitore di combustibile. L'impianto elettrico, che forniva fino a due terzi del fabbisogno energetico di Gaza, sara' fuori uso - secondo le prime valutazione dei danni - almeno per un anno. E secondo l'amministrazione comunale, adesso si potrebbero fermare molte delle pompe ad acqua della zona; e dunque i residenti sono stati esortati a farne un uso razionale.
Intanto continua la pioggia dei razzi sparati da Gaza verso il sud e il centro di Israele. Almeno uno e' stato intercettato da Iron Dome. E mentre gli scontri tra israeliani e palestinesi nell'enclave hanno impedito ai residenti di festeggiare la giornata che mette fino al digiuno dei 30 giorni del mese di Ramadan, gli sforzi per il cessate il fuoco rimangono ancora infruttuosi. Del resto la delegazione palestinese, composta da rappresentanti di Fatah, Hamas e Jihad islamica, ha chiesto una tregua umanitaria di almeno 48 ore come condizione per andare al Cairo e discutere dell'accordo definitivo sul cessate-il-fuoco con Israele.
In un'informativa alla Camera, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha ribadito comunque che "l'imperativo e' fermare il conflitto", anche se temporaneamente, e ha avvertito che la situazione complessiva della regione, "la nostra regione", e' drammatica e puo' "letteralmente far esplodere tutta la regione".
Hamas ha negato di aver accettato una tregua umanitaria di 24 ore, estendibile a 72, negoziata dal Fatah, il palestinese al potere in Cisgiordania. Lo ha riferito il portavoce del movimento islamista al potere a Gaza, Sami Abu Zuhri, smentendo un precedente annuncio del segretario generale dell'Olp, Yasser Abed Rabbo.