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Esteri
Germania, corsa a 3 per il dopo Merkel. Dalla Cdu passa il futuro dell'Europa

Il 16 gennaio si apre in GERMANIA la corsa per la successione ad Angela Merkel, con la designazione da parte della Cdu, l'Unione cristiano-democratica, del nuovo presidente del partito, che succederà a Annegret Kramp-Karrenbauer. Un primo passo, in attesa della successiva scelta - da parte dei partiti dell'Unione, Unione cristodemocratica, Cdu e Unione cristianosociale, Csu - di un candidato comune per la corsa alla cancelleria, in vista delle elezioni per il rinnovo del parlamento federale, in programma per il 26 settembre, le prime, da 16 anni a questa parte, senza Angela Merkel. Tra i due, altri importanti appuntamenti elettorali, con i rinnovi dei parlamenti regionali di Renania-Palatinato e Baden-Wuerttenberg il 14 marzo, in contemporanea con le elezioni locali in Assia, in un anno che vedrà gli elettori tedeschi tornare alle urne per eleggere rappresentanti locali o regionali anche in altre 5 regioni (Turingia, Sassonia-Anhalt, Bassa Sassonia, Berlino, Meclemburgo-Pomerania anteriore).

I candidati in lizza per i vertici della Cdu sono tre: Armin Laschet, Friedrich Merz, Norbert Roettgen. Laschet è premier del NordReno Westfalia, cuore industriale della GERMANIA e stato più popoloso del paese. Vicino a Merkel, il 59enne originario della città di Aquisgrana, cattolico, ha sostenuto la cancelliera contro i detrattori della sua politica migratoria in occasione dell'apertura del paese ai rifugiati in fuga dalla guerra, nel 2015. Membro della Cdu dal 1979, ha ricoperto incarichi diversi nel partito, a livello locale, statale, federale.

Merz, 65 anni, giurista esperto di diritto finanziario sembra non aver mai rinunciato al suo sogno di diventare cancelliere. E' stato battuto di misura al suo primo tentativo di assumere la guida della Cdu dopo la rinuncia di Merkel, nel dicembre 2018. A spuntarla fu la candidata più vicina alla cancelliera, Annegret Kramp-Karrenbauer, poi costretta ad annunciare la rinuncia alcuni mesi più tardi dopo una lunga serie di gaffe e rivolte interne al partito. Vicino a Wolfgang Schaeuble, è popolare tra chi, nella base della Cdu, si è opposto alle politiche migratorie di Merkel e accusa la cancelliera di aver spostato il partito a sinistra ma non può contare su una vasta rete di appoggio nell'apparato del movimento.

Roettgen è il presidente della Commissione Esteri del Bundestag, già ministro dell'Ambiente, costretto da Merkel a lasciare l'incarico dopo la sconfitta ad opera dei socialdemocratici alle elezioni del 2012 nel NordReno Westfalia. E' entrato nella Cdu giovanissimo. Nel parlamento dal 1994, ministro dell'Ambiente nel 2009, presidente della Commissione Esteri dal 2014.

Alla corsa per la candidatura alla cancelleria per l'Unione - di solito riservata al leader della Cdu - si unisce questa volta anche il 53enne Markus Soeder, al momento non candidato ufficialmente ma di fatto considerato da tutti come il favorito. Il premier bavarese - dal 2018 - e leader Csu - dal 2019 - ha scelto di adottare una linea politica più vicina a Merkel e alla Cdu di quanto non abbiano fatto i suoi predecessori, e Soeder appare oggi come il candidato cui Merkel guarda con maggior favore. Infine, Jens Spahn: Il popolarissimo ministro della Salute, ufficialmente candidato in tandem con Laschet per la presidenza della Cdu, avrebbe recentemente sondato i vertici del partito per capire quali chance avrebbe di aspirare ad una candidatura per la cancelleria.


GERMANIA, BOLAFFI: CORSA A 2 PER CDU, SOEDER FAVORITO PER CANDIDATURA CANCELLERIA


La corsa per la successione ai vertici della Cdu tedesca - il prossimo 16 gennaio - si deciderà sostanzialmente con una gara tra due dei tre candidati in lizza, Armin Laschet e Friedrich Merz, il primo dei quali si presenta in posizione di forte recupero. Successivamente i partiti dell'Unione dovranno indicare il loro candidato cancelliere in vista del voto per il rinnovo del parlamento federale, a settembre, e la scelta potrebbe in questo caso cadere su Markus Soeder, attuale premier della Baviera e leader dell'Unione cristianosociale, Csu. Così il professore Angelo Bolaffi, politologo, guarda ai prossimi sviluppi politici nel paese che si avvia a lasciarsi alle spalle 16 anni di governi a guida Merkel. "Non credo che Norbert Roettgen - altro candidato alla successione di Annegret Kramp Karrenbauer alla presidenza dell'Unione cristianodemocratica - abbia chance rispetto agli altri due", spiega il germanista, già direttore dell'Istituto italiano di cultura a Berlino e autore di numerosi saggi. "Ad un certo punto è sembrato, prima di questa fase ultima della pandemia, che tornasse un po' tra i delegati della Cdu una preferenza per Merz. Una tendenza rallentata invece negli ultimi giorni, a fronte di una forte ripresa di Laschet, premier del NordReno Westfalia, che gode dell'appoggio della Merkel, come confermano le ultime dichiarazioni del capo dell'ufficio della cancelleria, Helge Braun, secondo il quale 'abbiamo bisogno di qualcuno che abbia esperienza di governo'. L'unico a non averne è Merz", ricorda Bolaffi, mentre Roettgen - già ministro dell'Ambiente - non è stato a capo di un governo regionale.

"Merz peraltro è stato acerrimo avversario della cancelliera, e non ha mai nascosto di voler rappresentare un'alternativa conservatrice a quella 'socialdemocratica' di Merkel - continua Bolaffi, che ha insegnato Filosofia politica all'Università La Sapienza di Roma ed è autore, tra gli altri di 'Cuore tedesco. Il modello GERMANIA, l'Italia e la crisi europea'. Oltretutto il premier del NordReno Westfalia si presenta in ticket con quello che molti ritengono l'astro nascente della futura Cdu, ossia il ministro della Salute Jens Spahn, mentre Merz gioca tutto da solo, appoggiato da alcuni giornali e forse da alcuni Laender dell'est". "Visto peraltro il livello di straordinaria popolarità di cui gode Merkel tra i delegati della Cdu peserà molto il parere di colei che - se tutto va come sembra voler andare - garantirà uno straordinario successo elettorale al suo partito, prima di ritirarsi. Un fatto questo, va notato, che rimarrebbe un unicum. Tutti i cancellieri tedeschi sono usciti di scena sconfitti: Konrad Adenauer, Willy Brandt, Helmut Schmidt, Helmut Kohl, Gerhard Schroeder furono battuti alle elezioni o sostituiti dal loro stesso partito. L'uscita di scena da vincitore, per nulla scontata in politica, assieme ad altri elementi, dalle capacità alla durata della sua leadership, rientra in ciò che farà della Merkel un caso storico".

 "Le cose cambiano per la corsa alla cancelleria - spiega ancora l'autore di "Il sogno tedesco. La nuova GERMANIA e la coscienza europea - Normalmente finora il candidato cancelliere espresso dal blocco dell'Unione, i partiti Cdu e Csu, era il segretario generale o presidente dell'Unione cristianodemocratica, tranne che per i casi di Franz Josef Strauss, nel 1980, e Edmund Stoiber, nel 2002, entrambi Csu, entrambi sconfitti, il primo dal socialdemocratico Helmut Schmidt, il secondo da Gerhard Schroeder, un altro candidato Spd". "Tutto lascia presumere che il candidato sarà Soeder, che gode al momento di una popolarità enorme, seconda solo a quella di Merkel, di cui lui tesse apertamente le lodi e in direzione della quale ha lanciato anche segnali culturalmente forti. Lo ha fatto avviando un cambio di passo su temi che sono stati tradizionalmente una discriminante tra il blocco conservatore e la Spd, ad esempio la scelta tra il sostegno alle famiglie i cui figli non frequentano il nido, privilegiato in passato, e gli investimenti volti invece ad ampliare e rafforzare l'offerta formativa anche per i più piccoli, "la chiave per conciliare lavoro e vita familiare".

"Nel rapporto con Merkel Soeder ha rovesciato la posizione tradizionale di Horst Seehofer, suo predecessore ai vertici della Csu e del governo bavarese e attuale ministro dell'Interno del governo federale "che umiliò Merkel nel 2016 sui migranti" e di Alexander Dobrindt, ora capogruppo, che accolse come un amico al tradizionale ritiro nell'abbazia di Seeon della Csu il capofila dell'opposizione alle politiche migratorie della Merkel, il premier ungherese Viktor Orban, a due giorni dall'inizio dei colloqui esplorativi della Grosse Koalition, che avrebbe dovuto finalmente dare un nuovo governo alla GERMANIA, nel gennaio 2018". "Soeder sta occhieggiando molto i Verdi - continua Bolaffi - riprendendo una tradizione un po' antica, sia pure in chiave conservatrice, che ha sempre avuto la Csu, da sempre il partito dei due binari - modernizzazione forzata e ambiente. Soeder rappresenta anche, con queste sue posizioni, una prospettiva nuova a livello europeo, sul modello di Emmanuel Macron", conclude.

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