Esteri

Germania smarrita senza Merkel. Scholz: fuoco amico pro Kiev, destra pro Mosca

Il leader SPD stretto fra le richieste di Verdi e FDP di armare più decisamente l'Ucraina e la strategia dell'opposizione che sfrutta il disastro Nord Stream

Guerra Ucraina e Nord Stream, la Germania di Scholz sull'orlo di una crisi di nervi

C'è una domanda che ci si fa spesso di recente tra Berlino e Bruxelles: ma con Angela Merkel sarebbe successo tutto questo disastro? Probabilmente la cancelliera non sarebbe riuscita a evitare l'invasione dell'Ucraina operata dalla Russia, nonostante il rapporto privilegiato che aveva costruito negli anni con Vladimir Putin grazie anche alla sua conoscenza della lingua russa dopo l'infanzia trascorsa nella Germania Est, ma forse c'è chi ritiene che con lei alla guida la Germania avrebbe potuto giocare un ruolo potenzialmente più costruttivo sulla crisi. E con la Germania, dunque, anche l'Europa che era un po' il cortile di casa della politica forse più influente degli ultimi anni nel Vecchio Continente, tra i suoi pregi e i suoi difetti.

Oggi, invece, la Germania di Olaf Scholz sembra sperduta. Soprattutto sul palcoscenico globale, Berlino non è riuscita finora a prendere una linea chiara e si è fatta schiacciare dai rispettivi interessi delle grandi potenze, così come dalle pressioni contrapposte sul fronte interno dove sembrano tutti infelici e scontenti, sia chi vorrebbe un maggiore sostegno all'Ucraina e sia chi invece vorrebbe mantenere un legame con la Russia che ora rischia di essere esploso insieme a Nord Stream nel Mar Baltico.

Per capire il clima che si respira a Berlino basta dare un occhio alla cronaca dei giorni scorsi. In un'accesa sessione parlamentare dei giorni scorsi, il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha ricevuto un chiaro segnale dai suoi partner di coalizione che si aspettano da lui un aumento delle forniture di armi all'Ucraina in quello che sta diventando un punto di rottura sempre più critico della guerra.

Gli alleati di Scholz lo attaccano perché timido, mentre Cdu e Afd soffiano sui timori energetici

La Cdu che fu di Merkel infierisce e ha sottolineato che la Germania è solo "la numero 18 al mondo" se si confrontano gli aiuti militari all'Ucraina con la produzione economica. La Cdu ha fatto notare che l'Estonia è molto più avanti della Germania nel fornire armi invece di tenerle per la difesa nazionale, "anche se ha un confine diretto con la Federazione Russa". Il blocco di opposizione di centro-destra ha persino chiesto un voto su una mozione del Bundestag che esortava il governo a consentire "immediatamente" l'esportazione di carri armati e veicoli da combattimento di fanteria tedeschi in Ucraina. Ciò sarebbe equivalso a un voto di sfiducia nei confronti della strategia ucraina di Scholz, dal momento che il cancelliere ha ripetutamente escluso tali consegne fintanto che gli altri alleati occidentali non forniranno equipaggiamenti pesanti simili.

Ma Scholz è finito nel mirino anche della maggioranza, come ha sottolineato Politico. Alti esponenti dei Verdi e dell'FDP hanno espresso una chiara disapprovazione per la posizione del Cancelliere e hanno sottolineato che vogliono che la Germania invii più armi pesanti. In seguito alle crescenti pressioni interne e degli alleati, la settimana scorsa il ministro della Difesa Christine Lambrecht ha annunciato l'invio da parte di Berlino di 50 veicoli blindati "Dingo" e di altri due lanciarazzi Mars, contraddicendo le sue stesse affermazioni di qualche giorno prima, secondo cui la Germania non avrebbe potuto risparmiare ulteriori armi a sostegno dell'Ucraina.

Non abbastanza nemmeno per Verdi e Fdp, che hanno una linea molto più drastica nei confronti di Mosca. Ma ci sono anche pressioni contrapposte. Il leader della Cdu Friedrich Merz ha accusato i rifugiati ucraini di approfittare del sistema di assistenza sociale della Germania, cercando protezione nel Paese, riscuotendo i sussidi e poi tornando in Ucraina. "Quello a cui stiamo assistendo è un turismo assistenziale da parte di questi rifugiati che si recano in Germania, tornano in Ucraina, tornano in Germania, tornano in Ucraina", ha dichiarato Merz, leader del partito cristiano-democratico di centro-destra (CDU), in un'intervista a Bild TV, aggiungendo che "un gran numero" degli oltre 1,1 milioni di rifugiati ucraini registrati in Germania sta sfruttando lo Stato. "Abbiamo un problema che sta peggiorando".

Il tono populista dei commenti di Merz preoccupa Scholz dal punto di vista strategico, perché sembra un amo lanciato dalla Cdu alla destra radicale, visto che l'opinione di Merz appare in sintonia con la retorica di Alternative fur Deutschland, che ha adottato sin dall'inizio una linea più incline alla Russia e che ora potrebbe accentuarsi dopo l'esplosione di Nord Stream facendo leva sui timori non solo di sicurezza ma anche energetici dei tedeschi.