Esteri
Giochi di guerra, Cina simula battaglia nel Mar Giallo
La Cina non ha perso tempo a ribattere con i fatti alla nuova strategia militare nazionale Usa, annunciata dal Pentagono, e nella quale si denunciano le minacce per la sicurezza globale dalla Russia e della stessa Repubblica Popolare, giudicata sempre piu' aggressiva. La Marina di Pechino ha infatti tenuto nel Mar Giallo una maxi-esercitazione che ha visto il coinvolgimento di navi da guerra, aerei da combattimento e forze terrestri, come pure l'impiego di ingenti risorse offensive: "Vari missili, decine di siluri e centinaia di proietti di artiglieria", in gran parte di ultimissima generazione e tutti perfettamente funzionanti, come ha precisato l'agenzia di stampa ufficiale Xinhua, con l'obiettivo di "intercettare bersagli di superficie, subacquei e avio-trasportati". Si e' trattato di una novita' assoluta in quanto "per la prima volta" sono state condotte manovre navali di rifornimento missilistico in combattimento", simulando cosi' quanto potrebbe avvenire nel corso di una battaglia vera e propria.
Per le operazioni, sempre stando alla 'Xinhua', e' stato ricreato un "contesto elettro-magnetico complesso": in altre parole, sono state testate capacita' offensive e difensive di natura cibernetica ed elettronica, che gli esperti considerano ormai le armi del futuro prossimo. Un monito a 360 gradi nei confronti di Washington ma anche degli avversari regionali, tradizionali come Taiwan, il Giappone e il Vietnam o di piu' recente emergenza quali Filippine, Malaysia e Brunei, in perfetta linea con gli intenti programmatici esposti lo scorso gennaio dal ministero della Difesa cinese, che parlo' esplicitamente di "incremento delle capacita' belliche per imporsi in conflitti locali", e ribaditi ancora in maggio dal Consiglio di Stato, l'esecutivo centrale di Pechino.
Per il momento soltanto verbale invece la replica di Mosca: il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha denunciato "l'atteggiamento conflittuale e privo di qualsiasi obiettivita'" assunto da parte americana che, ha sottolineato ancora Peskov, "come e' ovvio difficilmente contribuira' ai tentativi di indirizzare le relazioni bilaterali nella direzione di una normalizzazione".