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Esteri
Il ‘Golden State Killer’ condannato a vita per gli omicidi in California

‘Sono profondamente pentito’ ha detto di fronte al giudice Michael Browman, Joseph D’Angelo, meglio conosciuto come il 'Golden State Killer’. 

Un assassino seriale colpevole di aver ammazzato 13 donne e di averne violate 45 nell’arco di 10 anni, tra il 1976 e il 1986, in California. 

La storia dell’assassino ‘fantasma’, per decenni è stata avvolta nel mistero, si è chiusa con una condanna a ‘cadena perpetua’ due parole spagnole pesanti come piombo. Due parole che significano nessuna possibilità di uscire se non da morto, senza alcuna possibilità di libertà condizionale.

Tra il 1976 e il 1986 l’uomo è entrato a casa di sconosciuti, ha rubato, violato donne e molte volte ha commesso omicidi.

I suoi crimini sono stati perpetrati principalmente nelle città di Sacramento, San Francisco e nel sud di Los Angeles. Le donne ammazzate avevano età tra i 13 e i 41 anni.

Nelle ultime settimane, prima della sentenza definitiva, i familiari delle vittime sono apparsi davanti al giudice con le loro storie di dolore attorno ai delitti del Golden State Killer.

 ‘Quando una persona commette atti così mostruosi è importante che venga imprigionata affinché non possa fare del male a nessun altro innocente’ ha sentenziato il Giudice.

La storia del killer potrebbe essere perfettamente la sceneggiatura di un film. L’identità del serial killer è stata scoperta soltanto dopo due anni dall’ultimo omicidio. La polizia ha mantenuto aperta l’indagine fino a quando è riuscita a scoprire il profilo genetico dell'uomo nel 2001. 

Ma le ricerche sono continuate per 17 lunghi anni. Nel 2018, in una banca dati la polizia ha incontrato i familiari del killer e attraverso il DNA nell’aprile l’uomo è stato preso. Viveva a Sacramento, era sposato,  aveva figli e pure nipoti.

 Il giudice non gli ha comminato la pena capitale solo perchè l’uomo ha confessato tutti i crimini che gli erano stato imputati. Ben 53 attacchi i delitti che D’Angelo ha confessato di aver commesso dando la colpa però ad un demone che lo obbligava a commetterli ‘Non tenevo la forza per evitarlo, mi ha obbligato’.

La storia del killer californiano ha ispirato anche un libro uscito postumo nel 2018 ‘ I’ll be gone in the dark’ scritto dalla giornalista Michelle McNamara, morta a 46 anni nel 2016, che ha seguito il caso con un totale accesso alle prove.

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