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Esteri
Come sarà l'Europa del 2021. Dalla presidenza portoghese al voto tedesco

Le presidenze europee

Concluso (finalmente) il 2020, nei prossimi mesi in Europa gli sforzi saranno tesi a intraprendere una sorta di nuovo inizio, per superare lentamente (ma definitivamente) la pandemia del Covid-19. È con questo auspicio che si apre il semestre europeo di presidenza del Portogallo. Il paese iberico riceve il lascito tedesco, dopo diversi successi derivati anche dalla leadership merkeliana. Come l’accordo sul Recovery Fund, una volta abbattuti i veti polacchi e ungheresi, o l’accordo Brexit per le relazioni future con il Regno Unito. Il semestre iniziato il 1° gennaio, sotto l’impronta del primo ministro portoghese Antonio Costa, avrà quindi il compito di concretizzare i risultati raggiunti nel 2020. Grande importanza verrà data al bilancio settennale dell’Unione europea. Al centro del programma portoghese ci sarà una “ripresa equa, verde e digitale” oltre a un rafforzamento della fiducia in un modello sociale europeo, basato sui valori condivisi di solidarietà, convergenza e coesione.

Il secondo semestre vedrà invece la presidenza della Slovenia che, almeno sulla carta, potrebbe essere nettamente diversa rispetto a quella portoghese. In fase di negoziazione sul Recovery, infatti, il premier sloveno Janez Jansa aveva di fatto appoggiato la scelta di Polonia e Ungheria di porre i veti sullo Stato di diritto. Un punto di vista, quindi, non totalmente allineato a Bruxelles.

Il Regno Unito alla prova

L’accordo commerciale, raggiunto alla Vigilia di Natale del 2020, tra Londra e Bruxelles è sicuramente di buon auspicio per i rapporti attraverso la Manica. Sarà comunque un 2021 di assestamento nelle relazioni euro-britanniche. Il Regno Unito, a maggio, si troverà davanti lo scoglio delle elezioni locali per il sindaco di Londra, in Galles e in Scozia. Proprio a Edimburgo soffiano forti i venti di indipendenza dopo l’avvenuta uscita dall’Unione, osteggiata dalla maggioranza della popolazione. Il governo di Boris Johnson, oltre a superare la pandemia che sta dilaniando il Regno Unito, dovrà riuscire a tenere compatto il paese al suo interno. Inoltre la Gran Bretagna presiederà (insieme all’Italia) la COP26 e in solitaria il G7, avendo così la possibilità da subito di dimostrare la propria forza e il suo rinnovato desiderio di potenza globale.

Elezioni e cambi di guardia

Il 17 marzo in Olanda si terranno le elezioni parlamentari. Al momento il partito liberal-conservatore Volkspartij voor Vrijheid en Democratie (VVD), del premier Mark Rutte, è saldamente in testa ai sondaggi. Venisse riconfermato sarebbe un messaggio che la popolazione olandese manderebbe anche all’Unione europea, confermando la linea politica del paese guida dei cosiddetti “frugali”.

La tornata elettorale più importante però sarà quella in Germania. Nei prossimi giorni si svolgerà il congresso della Cdu per indicare il proprio presidente, mentre a settembre ci saranno le elezioni. Da lì emergerà il nome del successore di Angela Merkel, che abbandonerà il governo dopo 15 anni. Un cambio al “trono” non solo a Berlino ma in tutta l’Unione europea. La cancelliera tedesca è universalmente riconosciuta come l’interlocutrice principale nel Vecchio Continente, sia per il suo carisma che per la forza economica del suo paese. La leadership europea dovrà quindi trovare un nuovo riferimento e tutte le strade portano a Emmanuel Macron.

Il presidente francese aspira da tempo a guidare un’Europa più forte, più “indipendente” e che abbia una propria sovranità rispetto alle grandi potenze Usa e Cina. La Francia, d’altronde, ha storicamente impulsi imperialisti, frenati sia dai rapporti transatlantici che dalla struttura europea a cui appartiene. Macron potrebbe approfittare del ritiro di Merkel per prendersi il palcoscenico e accrescere ulteriormente il peso francese nell’Ue.

I rapporti con la democratica America

Il 2021, come ormai certificato ufficialmente, è anche l’anno in cui Joe Biden comincerà il suo mandato da presidente degli Stati Uniti. A prescindere dalle polemiche tumultuose provenienti da oltre oceano, la nuova amministrazione sarà fondamentale per riallacciare i rapporti con l’Europa. Dopo i 4 anni di Trump, non esaltanti sotto il profilo delle relazioni euro-americane, Biden ha lasciato intendere le sue buone intenzioni in proposito. Tuttavia, bisognerà vedere come Bruxelles bilancerà la sua appartenenza alla sfera d’influenza a stelle e strisce con le recenti aperture (commerciali) nei confronti della Cina di Xi Jinping, su cui proprio Germania e Francia si sono impegnate in particolar modo.

Un anno che per tutto l’Occidente si preannuncia fondamentale per il proprio futuro.

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