Il terrorismo islamico? Lo sconfiggerà Trump
La rassegnazione con cui l'opinione pubblica reagisce all'attentato di Berlino è inversamente proporzionale all'ottusità di chi l'ha progettato. Il che origina un senso di impotenza e sgomento.
La politica sciagurata dell'Italia - che ha firmato il Trattato di Dublino per cui la responsabilità dell'Asilo è del Paese dove avviene lo sbarco - e che col Governo Renzi ha fatto di necessità virtù, con conseguenze paradossali: San Francesco che batte i pugni sul tavolo, non paga. Come del resto la politica dell'Unione europea. Si pensi all'accordo con la Turchia e ai tre miliardi stanziati. L'attentatore era ospite della Germania e proveniva dalla rotta balcanica: sputare nel piatto dove si mangia.
La soluzione potrebbe venire dal nuovo presidente Usa Donald Trump, il cui pragmatismo sarà il modello della politica dei prossimi anni. Si guardi ai nuovi segretari (ministri). I migliori nel loro settore: generali alla Sicurezza (Michael T. Flynn) e alla Difesa (James Mattis), banchiere al Tesoro (Steven Mnuchin), segretario di Stato (Esteri) l' amministratore e amico di Vladimir Putin (Rex Tillerson), ambasciatore a Pechino l'amico del presidente cinese Xi Jinping (Terry Branstad). Solo per evitare di sottendere, il ritardo dell'Italia: se Angelino Alfano da ministro dell'Interno lo diventa degli Esteri, come se le competenze fossero le stesse, e se la nuova ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli non è laureata.
Si immagini che cosa succederebbe se l'attentato di Berlino accadesse in una città americana durante l'Amministrazione Trump. Che cosa farebbe il neo presidente (magari appoggiato dal pragmatico Putin e senza la Nato di cui ha ipotizzano l'abolizione visto che non fa nulla e costa troppo) nei Paesi dove risiedono i mittenti: i predicatori dell'odio. Quali provvedimenti prenderebbe nei confronti delle donne che indossano il Niqab in luoghi pubblici, di chi lavora, utilizza strade, ospedali e scuole e in cambio inneggia allo stato islamico, dei siti web che fanno sondaggi per decretare se tagliare la testa o bruciare vivo un prigioniero, di chi vorrebbe che un cittadino non fosse libero di ironizzare su qualsiasi religione.