Immigrazione: boom di arresti Usa nei primi 100 giorni di Trump
Usa, oltre 41 mila arresti dai poco più dei 30 mila dell'anno precedente in 100 giorni
Nei primi 100 giorni dell'amministrazione Trump, sono notevolmente aumentati gli arresti di persone che hanno messo illegalmente piede su suolo americano o che sono sospettate di averlo fatto. Anche il numero di immigrati finiti in manette pur non avendo la fedina penale sporca è cresciuto in modo notevole. E' quanto emerso da dati elaborati da Immigration and Customs Enforcement (Ice), agenzia federale statunitense preposta al controllo delle frontiere e dell'immigrazione.
Quei dati quantificano l'approccio severo voluto dal presidente Donald Trump e che secondo gli attivisti a difesa di migranti irregolari è pensato per intimorire e spingere le persone prese di mira a lasciare volontariamente gli Usa. Tra il 22 gennaio e il 29 aprile del 2017 gli arresti effettuati dagli agenti dell'immigrazione statunitensi sono stati 41.318, oltre 400 al giorno. Erano stati poco più di 30.000 nello stesso periodo del 2016.
Degli arrestati, il 75% era già stato condannato in precedenza per reati quali omicidio, aggressione, abusi sessuali o spaccio di droga. Del totale, quasi 11.000 non avevano alcun crimine alle spalle, un dato in rialzo dai 4.200 dell'anno precedente. Thomas Homan, direttore ad interim di Ice, ha affermato: "I dati in questione riflettono l'impegno del presidente Trump nel tutelare e garantire il rispetto delle leggi in tema di immigrazione nel nostro Paese [...] Ice continua a portare avanti la sua missione in maniera professionale e in accordo con la legge, e ciò garantirà una maggiore sicurezza alle comunità in tutta la nazione".