Esteri
In Sudafrica c'è o no un problema di razzismo contro la minoranza bianca?
Nel 2019 due eurodeputati denunciarono alla Commissione Europea una lunga serie di discriminazioni contro i bianchi in Sudafrica. La risposta? Un diplomatico invito a “monitorare”. Intanto, gli omicidi nelle fattorie continuano

Ramaphosa e Trump (Foto Lapresse)
La verità sui bianchi uccisi in Sudafrica: il razzismo rovesciato che l’Europa non vuole vedere
Il 4 Aprile del 2019 gli eurodeputati John Stuart Agnew, del Partito Indipendentista del Regno Unito e Oscar Lancini, della Lega (all'epoca entrambi nel gruppo ENF (Europe of Nations and Freedom) ) hanno effettuato un'interrogazione con richiesta di risposta scritta (prot. E-001658-19) alla Commissione Europea, sostenendo che "dal 1994, le politiche del Congresso Nazionale Africano (ANC), il partito al governo, sono state caratterizzate, sotto il pretesto del «black economic empowerment» (rafforzamento del ruolo dei neri nell'economia), da una discriminazione razziale, attacchi brutali nei confronti gli agricoltori, proposte di nazionalizzazione e dall'espropriazione di proprietà senza indennizzo. Il Sud Africa riceve aiuti e finanziamenti dall'UE".
Gli USA, con un decreto esecutivo del Presidente Trump hanno sospeso tutte le loro liberalità, accusando il governo di politiche discriminatorie e di troppi omicidi nei confronti dei sudafricani bianchi. I due eurodeputati, già sei anni fa, hanno chiesto se "può la Commissione far sapere qual è il suo parere in merito alla legislazione del lavoro che discrimina direttamente i sudafricani bianchi; all'ANC e al sostegno del Parlamento sudafricano all'espropriazione di terreni senza indennizzo; alla proposta, avanzata dall'ANC, di nazionalizzare la South African Reserve Bank e al fatto che la proposta di legge sull'espropriazione prevede l'espropriazione di qualsiasi proprietà, non solo dei terreni?"
Ma si sono spinti oltre, sottoscrivendo un'altra piccata domanda: "Quali misure intende adottare la Commissione per affrontare la brutale tortura e l'assassinio di agricoltori sudafricani, che sono sproporzionatamente mirati a un tasso di 133 omicidi ogni 100.000, rispetto al tasso medio di omicidi di sudafricani pari a 36 su 100.000?" Dati che cozzano decisamente con quelli forniti da fonti vicine al governo sudafricano, che ha minimizzato in meno dell'1% il numero dei bianchi ammazzati da parte di una minoranza di esaltati razzisti neri. Le fonti dell'interrogazione erano anch'esse tutte citate da documenti ufficiali indicati nei siti di differenti governi.
I due europarlamentari hanno concluso domandando: "intende la Commissione informare gli investitori dell'UE in merito all'impatto che avranno nei loro confronti l'espropriazione di proprietà e la nazionalizzazione della South African Reserve Bank e, alla luce delle politiche succitate, intende sospendere i finanziamenti al Sud Africa? In caso negativo, per quale ragione?"
La risposta dell'allora Vicepresidente Mogherini, per conto della Commissione Europea è datata 17 giugno 2019 "rimanda gli onorevoli deputati alle risposte dell'Alta Rappresentante/Vicepresidente alle precedenti interrogazioni su tale questione (prot. E-000707/2019, E-004189/2018 e E-004767/2018) nelle quali la Commissione sottolinea le garanzie del Governo che il processo di riforma fondiaria sarà ordinato, trasparente e fissato attraverso un processo democratico, nell'ambito delle leggi vigenti in Sud Africa, e prendendo in considerazione l'impatto sociale ed economico. L'UE e i suoi Stati membri stanno monitorando attentamente questo processo e continueranno a impegnarsi in maniera costruttiva con il Governo.
A questo proposito i leader europei e del Sud Africa si sono scambiati opinioni sulla riforma fondiaria e su come mantenere la fiducia degli investitori in occasione dell'ultimo vertice bilaterale del 15 novembre 2018" (fonte il sito del Consiglio d'Europa). "Per quanto riguarda gli omicidi, compresi gli omicidi nelle fattorie, l'Unione europea continuerà a monitorare attentamente la situazione" - continua la Commissione Europea. E' noto, infatti, da almeno quindici anni, che parte della popolazione bianca sudafricana è vittima di un brutale razzismo da parte di gruppi di neri. Sul governo pesa l'accusa degli afrikaner di non fare a sufficienza. Con buona pace degli accordi fra UE e Sudafrica.
E conclude: "il presidente Ramaphosa ha annunciato in Parlamento che il Sud Africa porterà avanti la nazionalizzazione della Banca centrale del Sud Africa (SARB). Nazionalizzare quest'ultima è di per sé una prerogativa del governo, e in linea di principio non dovrebbe incidere sull'indipendenza della SARB, come garantito dalla Costituzione. Tuttavia, l'UE e i suoi Stati membri stanno monitorando attentamente la situazione, per stabilire se il Governo eserciterà la sua autorità sul mandato della SARB e si impegnerà di conseguenza.
The New York Times del 23 maggio sostiene che "Ramaphosa ebbe un ruolo centrale in uno degli accordi più celebrati del XX secolo: fu il principale negoziatore nei colloqui che posero fine all'apartheid in Sudafrica", per quanto il Nobel per la pace andò a Nelson Mandela e F.W. de Klerk. Nell'incontro in mondovisione dallo Studio Ovale della Casa Bianca, Ramaphosa si attendeva, forse, di trovare degli accordi con The Donald, invece, scrive sempre il NYT: "Trump ha dirottato l'incontro per concentrarsi su una fantasia razzista di sudafricani bianchi che subiscono un genocidio per mano di una maggioranza nera".
Il NYT continua ammettendo che "un rapporto pubblicato sulla rivista The World Bank Economic Review, che ha esaminato la distribuzione della ricchezza in Sudafrica dalla fine dell'apartheid al 2017, ha rilevato che il 10% più ricco del Paese controlla l'86% della sua ricchezza, un divario impressionante", che certifica la ricchezza, soprattutto terriera, della minoranza bianca, che sarebbe il motivo degli "espropri proletari" da parte dei neri.
In un contesto politico e sociale di questo tipo, che perdura da anni, sembra che la Commissione europea, oltre a "monitorare costantemente la situazione" (?) non si sia spinta e che, oggi, la narrativa pubblica sia legata al numero dei bianchi effettivamente vittime dei neri, pare un modo per distogliere l'attenzione dal problema. Ammetterlo, ma dire che però i morti o i discriminati sono pochi (in una minoranza che costituisce il 7% del Paese) non sembra un impegno per la risoluzione del problema ma una sua negazione o procrastinazione nel mantenimento dello status quo. Potrebbero partire convogli NATO, missioni umanitarie, inchieste per appurare la verità dei fatti, invece ci si sofferma sulle immagini fake o non fake che Trump ha mostrato al Presidente sudafricano. Come spesso accade, da un lato si parla e dall'altro si muore.