Kiev, la rivolta va sul web. Che diventa un'arma
Per ogni manifestante ucraino che rompe una finestra, lanciando una Molotov o che viene colpito dalla polizia, ce ne sono molti che lo riprendono con gli smartphone, facendo diventare i fatti uno streaming continuo sul web. La rivolta di Kiev è diventata quindi un fenomeno della rete. I canali web sono nati come funghi, con presentatori in studi improvvisati che commentano in real time la protesta, mandando in onda le clip degli scontri più duri. I social media hanno dato una risonanza internazionale alla rivolta, ma hanno anche avuto un effetto molto più pratico, rendendo un servizio anche al resto dell'ex stato sovietico, non informato dai canali ufficiali delle proteste di Kiev. E infatti rivolte sono scoppiate in tutto il paese.
"I rivoltosi stanno usando la tecnologia che hanno a disposizione", spiega Olga Onuch, dell'università di Oxford, che sta analizzando la rivoluzione proprio da un punto di vista tecnologico. "Il web consente allo spettatore di sentirsi al centro della protesta e 'copre' le zone della rivolta 24 ore su 24, sette giorni su sette. Twitter? Si sta diffondendo molto, anche se a dirla tutta alcune centinaia di migliaia di iscritti in più non sono una gran cosa in uno stato con 45 milioni di persone". E il regime non riesce ad impedire la diffusione delle notizie: "Non ce la fanno - conferma la studiosa - così come non ce l'hanno fatta in Egitto e Turchia".