"Lacrime e sangue per gli italiani. Altro che solidarietà europea..."
Caso Silvia Romano, intervista a Carlo Fidanza, capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Ue e responsabile Esteri del partito di Giorgia Meloni
Il premier austriaco Kurz annuncia una controproposta al piano Merkel-Macron fatta tutta di nuovi prestiti. Che cosa ne pensa?
Ci risiamo. La proposta franco-tedesca è un punto di partenza al ribasso, su cui si innesterà un ulteriore negoziato al ribasso da parte dei falchi. Peraltro questa posizione si basa su un presupposto falso: i contributi a fondo perduto sono la regola quando parliamo di fondi europei, siano essi quelli per l’agricoltura o per la coesione. Naturalmente devi spenderli nelle regole di alcuni programmi e verificarne la corretta spesa secondo i principi della buona amministrazione. Ma senza ulteriori necessità di riforme.
E invece poco fa anche il vicepresidente Dombrovskis ha detto che la logica sarà quella...
“Fondi in cambio di riforme strutturali”, questa è la logica. Il che tradotto significa condizioni lacrime e sangue che ancora una volta Bruxelles e Berlino ci detteranno. Non si capisce infatti l’entusiasmo del nostro governo. Che peraltro fa anche un errore tattico perché mostrarsi felici di una proposta inadeguata ci indebolisce nel negoziato e abbassa l’asticella.
Dice che è solo propaganda?
Beh, la realtà è molto diversa da quella raccontata da Conte soltanto poche settimane fa. Si partiva da “no MES, si Eurobond e recovery fund da 1500 miliardi” e siamo arrivati a “Si MES, no Eurobond e recovery fund da 500 miliardi”. E non è ancora finita. Nell’accordo franco-tedesco la questione dei contributi a fondo perduto è lasciata volutamente ambigua e si scrive addirittura “piani di rimborso vincolanti”. E a casa mia si rimborsano i prestiti, non i contributi a fondo perduto. Poco più avanti si fa riferimento a una base legale per questi contributi e la base legale è il cosiddetto BICC, il bilancio dell’eurozona esteso anche ai paesi senza euro, che prevede condizionalità. Insomma, bisogna negoziare ancora con durezza ma raccontare che abbiamo vinto e che l’Europa ci sta per regalare 100 miliardi è una mistificazione.
Come finirà?
Che si arriverà a 500 miliardi complessivi o magari qualcosa di più, comprensivi di prestiti e contributi a fondo perduto. I primi sottoposti a condizionalità modello MES e i secondi a regole non meno stringenti. E rimane aperto un interrogativo enorme: quando arriveranno questi soldi? Perché la sensazione è che qualcuno stia spingendo da tempo in una direzione: più sono tardivi e inefficaci gli altri aiuti, più si azzoppa la Bce e più la strada verso il MES (non quello sanitario, ma quello vero) è segnata.
Ma esiste un’alternativa?
Noi siamo per i BOT patriottici proposti da Giulio Tremonti. Ha visto il grande successo del collocamento dei Btp Italia in queste ore? C’è disponibilità degli italiani a investire in titoli nazionali. Chiediamo alla Bce di garantire temporaneamente la quota di titoli che eventualmente non dovessimo riuscire a collocare e cominciamo a intervenire subito per sostenere il nostro tessuto economico.
C’è la volontà politica per farlo? Oppure tanto comandano sempre tedeschi e francesi...
Conte nell’ultima conferenza stampa ha citato il grande risparmio degli italiani. Quando ne parlano a sinistra il timore è che pensino sempre alla patrimoniale e non ai Bot patriottici. Noi insisteremo. Quanto all’asse franco-tedesco, c’è un rischio di cui si parla poco: l’Ue ha autorizzato 1950 miliardi di aiuti di stato, più della metà alla Germania, solo il 15,5% all’Italia. Se non si interviene a riequilibrare il rischio concreto è che alla fine della pandemia le aziende tedesche e francesi saranno ancora più forti e verranno a fare shopping delle nostre eccellenze rimaste. E il piano scellerato di utilizzare il virus per escludere l’Italia dai flussi turistici europei è un altro tassello di questa strategia. Altro che solidarietà europea, vogliono mangiarci.
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